I molteplici benefici dell'agroforestazione

Riassunto di quattro anni di esperienze in Veneto. A cura di Mario A. Rosato

I molteplici benefici dell'agroforestazione - Plantgest news sulle varietà di piante

Coltivazione di soia nelle interfile di pioppo

Fonte immagine: Simone Piotto, Università degli Studi di Padova - Aiaf

L'Azienda pilota e dimostrativa Sasse Rami di Veneto Agricoltura, sita a Ceregnano (Ro), è il centro di riferimento nel Nord Est per quanto concerne lo studio dei sistemi agroforestali silvoarabili.

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Si tratta di sistemi colturali che prevedono la deliberata consociazione di specie arboree e/o arbustive perenni, consociate a colture agrarie sulla stessa unità di superficie.

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Nel febbraio 2018 Veneto Agricoltura, in collaborazione con il Crea Centro Ricerca Foreste e Legno di Casale Monferrato (Al) e Confagricoltura di Rovigo, ha implementato a Sasse Rami un campo di comparazione clonale con 14 cloni di pioppo (Populus × canadensis Moench) a Maggior Sostenibilità Ambientale (Msa) ed il clone I-214 come riferimento.

 

Gli alberi sono stati messi a dimora con due diversi schemi d'impianto:

  • un pioppeto specializzato, con sesto d'impianto 6 x 6 metri (C: ~290 alberi/ettaro);
  • un sistema silvoarabile di tipo alley cropping (AF: ~35 alberi/ettaro), con filari orientati N-S (uno o due cloni per filare) e piantati lungo scoline spaziate 40 metri, adattandosi così alla sistemazione alla ferrarese piana dei terreni (Foto 1).

 

I cloni Msa, selezionati dal Crea di Casale Monferrato, sono più resistenti dei cloni convenzionali all'afide lanigero e alle principali malattie fogliari di natura fungina che colpiscono il pioppo, risultando dunque particolarmente interessanti per migliorare la sostenibilità ambientale ed economica dell'impianto. Nel sistema silvoarabile l'interfilare ospita una rotazione agraria con seminativi annuali (grano tenero, soia, mais e barbabietola da zucchero).

 

A partire dall'anno d'impianto sono in corso numerose attività di ricerca in collaborazione con il Dipartimento di Agronomia, Animali, Alimenti, Risorse Naturali e Ambiente (Dafnae) ed il Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali (Tesaf) dell'Università di Padova, al fine di:

  • valutare le caratteristiche produttive e qualitative, nonché la resistenza ai principali stress abiotici e alle malattie crittogamiche dei diversi cloni di pioppo, e valutarne l'idoneità alle condizioni pedoclimatiche dell'Italia Nord Orientale;
  • studiare l'impatto dei due sistemi colturali, cioè il pioppeto specializzato e il filare alley cropping, sull'accrescimento e la fenologia dei diversi cloni al fine di identificare i cloni più adatti alla coltivazione in sistemi silvoarabili;
  • valutare gli effetti di diversi cloni di pioppo, differenti per precocità di germogliazione, drittezza del fusto ed espansione della chioma, su fenologia, fisiologia, resa e qualità delle colture erbacee consociate nel sistema silvoarabile.

 

I parametri di accrescimento e di resa delle colture erbacee sono stati valutati su tre punti lungo transetti perpendicolari ai filari: ad una distanza pari a metà dell'altezza dell'albero (1/2 H), ad una distanza pari all'altezza dell'albero (H), ed al centro dell'interfilare (FS = full sun). Quest'ultima posizione (FS) è stata considerata come situazione di controllo ai fini della sperimentazione, presumendo l'assenza di interazioni significative con i filari alberati (Foto 1).

 

Schema sperimentale della prova condotta dai Dipartimenti Dafnae e Tesaf presso gli impianti di comparazione clonale di pioppo a Sasse Rami, coltivati in pioppeto specializzato (sinistra) e in sistema silvoarabile (destra)

Foto 1: Schema sperimentale della prova condotta dai Dipartimenti Dafnae e Tesaf presso gli impianti di comparazione clonale di pioppo a Sasse Rami, coltivati in pioppeto specializzato (sinistra) e in sistema silvoarabile (destra)

(Fonte foto: Università degli Studi di Padova - Aiaf)

 

I risultati dei primi quattro anni di sperimentazione

Meglio il pioppo in filare o il pioppeto specializzato? Ogni sistema ha i suoi vantaggi e svantaggi. Al termine della prima metà del ciclo di crescita dei pioppi la maggior disponibilità di radiazione e la minor competizione intraspecifica del sistema silvoarabile hanno determinato, per il clone Moncalvo oggetto dello studio, il raggiungimento di un diametro a petto d'uomo significativamente maggiore (23,8 Vs 20,5 centimetri, +16%) e un'altezza della pianta inferiore (14,3 Vs 15,5 metri, -8%) rispetto al pioppeto specializzato (Foto 2) (1). Il maggior tasso di accrescimento osservato nel sistema silvoarabile è da attribuire non solo alla maggior disponibilità di radiazione, ma anche alla maggior disponibilità di nutrienti, in particolare azoto, che le radici del pioppo recuperano negli orizzonti più profondi del terreno successivamente alle operazioni di concimazione della coltura erbacea.

 

Nel sistema silvoarabile la fenologia degli alberi risulta ritardata di circa due settimane rispetto al pioppeto specializzato presumibilmente a causa della minor disponibilità idrica nel terreno del sistema silvoarabile. In questi sistemi a bassa densità di popolamento, il raggiungimento del diametro commerciale (30-33 centimetri) è atteso uno, due anni in anticipo rispetto al pioppeto specializzato, ovvero al termine del settimo, ottavo anno di crescita.

 

Diametro a petto d'uomo (sinistra) e altezza (destra) del clone Moncalvo coltivato nel pioppeto specializzato (C) e nel sistema silvoarabile (AF) presso l'Azienda Sasse Rami durante la prima metà del ciclo di crescita. Per ciascun parametro, e per ciascun anno, sopra gli istogrammi sono riportate le percentuali di variazione di AF rispetto a C, mentre lettere diverse indicano differenza significativa tra i due sistemi secondo il test HSD di Tukey (esempio: a è significativamente maggiore di b)

Foto 2: Diametro a petto d'uomo (sinistra) e altezza (destra) del clone Moncalvo coltivato nel pioppeto specializzato (C) e nel sistema silvoarabile (AF) presso l'Azienda Sasse Rami durante la prima metà del ciclo di crescita. Per ciascun parametro, e per ciascun anno, sopra gli istogrammi sono riportate le percentuali di variazione di AF rispetto a C, mentre lettere diverse indicano differenza significativa tra i due sistemi secondo il test HSD di Tukey (esempio: a è significativamente maggiore di b)

(Fonte foto: Università degli Studi di Padova - Aiaf)

 

L'impatto dei pioppi su resa e qualità dei seminativi. I risultati della ricerca hanno mostrato che fino al quarto anno di età degli alberi (24 centimetri di diametro a petto d'uomo e circa 12-14 metri di altezza), la resa di un cereale autunno vernino come il frumento tenero in prossimità degli alberi risulta comparabile e in alcuni punti superiore a quella del controllo al centro dell'interfilare (fino a +28% a circa +12 metri dal filare). La resa di una coltura estiva come la soia viene invece ridotta, con effetti progressivamente maggiori avvicinandosi al filare alberato (-34% a +6 metri dagli alberi rispetto al controllo).

 

Per massimizzare la sostenibilità dei sistemi agroforestali è fondamentale rilevare le variazioni di resa delle diverse colture erbacee, ma anche la qualità delle produzioni. A Sasse Rami è stato osservato un incremento del contenuto di proteine nelle cariossidi del frumento (fino a +2% in valore assoluto Vs FS) che, associato ad una variazione positiva anche della resa, dimostra che gli effetti degli alberi sui parametri microclimatici risultano benefici per la coltura nell'interfilare (2). Nella soia è stata osservata una concentrazione di proteine nei semi comparabile o talvolta superiore rispetto alla situazione di controllo, unitamente ad un incremento nel contenuto di isoflavoni, composti fenolici con spiccata attività antiossidante.

 

Questi risultati dimostrano la maggior adattabilità delle colture a ciclo autunno primaverile rispetto alle colture estive alla coltivazione in sistemi agroforestali con alberi a foglia caduca: la produttività delle colture autunno primaverili risente meno della competizione arborea, potendo svolgere buona parte dello sviluppo vegetativo prima della fogliazione degli alberi.

 

Risultati di resa in granella e concentrazione di proteina nelle cariossidi del frumento tenero (var. Arkeos) e nei semi di soia (var. P21T45) campionati a diverse distanze dal filare di pioppi nel sistema silvoarabile dell'Azienda Sasse Rami. Per ciascuna coltura e per ciascun parametro, le percentuali di variazione sopra gli istogrammi si riferiscono al controllo (FS) dallo stesso lato del filare (Est o Ovest). Lettere diverse sopra gli istogrammi indicano differenza significativa tra i diversi punti di campionamento, secondo il test HSD di Tukey

Foto 3: Risultati di resa in granella e concentrazione di proteina nelle cariossidi del frumento tenero (var. Arkeos) e nei semi di soia (var. P21T45) campionati a diverse distanze dal filare di pioppi nel sistema silvoarabile dell'Azienda Sasse Rami. Per ciascuna coltura e per ciascun parametro, le percentuali di variazione sopra gli istogrammi si riferiscono al controllo (FS) dallo stesso lato del filare (Est o Ovest). Lettere diverse sopra gli istogrammi indicano differenza significativa tra i diversi punti di campionamento, secondo il test HSD di Tukey

(Fonte foto: Università degli Studi di Padova - Aiaf)

 

La fattibilità dei sistemi silvoarabili anche fuori dal Veneto

L'implementazione di specie arboree a rapido accrescimento come il pioppo nei terreni agricoli dedicati ai seminativi può essere un'opportunità per le aziende agricole della Pianura Padana, sia dal punto di vista ambientale (aumento dello stock di carbonio, della biodiversità e della fertilità del suolo), che socio economico (introito addizionale, diversificazione produttiva e miglioramento paesaggistico).

 

I primi risultati di questo studio di lungo periodo dimostrano che nei sistemi silvoarabili il pioppo trae vantaggio dalle maggiori risorse disponibili, in particolare radiazione e nutrienti, crescendo più velocemente rispetto al pioppeto convenzionale.

 

La sperimentazione dimostra che è possibile applicare tali sistemi a tutte le aree di coltivazione del pioppo e in tutte le aree agricole dove i terreni sono sistemati alla ferrarese piana.

 

Dal punto di vista gestionale, invece, ci sono ancora aspetti della gestione da ottimizzare. Da una parte, i cloni Msa semplificano il lavoro degli agricoltori e riducono l'impatto ambientale perché necessitano di molti meno trattamenti fitosanitari. Per contro, il maggior sviluppo di ramificazioni laterali richiede solitamente due interventi di potatura l'anno.

 

Per quanto riguarda i seminativi, uno studio della letteratura ad oggi disponibile in merito alla produttività delle colture da granella in sistemi silvoarabili nei climi temperati ha accertato che la presenza di filari alberati risulta tanto più benefica (resa stabile o incrementata) quanto il ciclo colturale è caratterizzato da eccessi termici e carenza idrica (3).

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I lettori interessati possono contattare l'Associazione Italiana di Agroforestazione (Aiaf) per l'iscrizione o per richieste di:

  • Linee guida ed informazioni di carattere generale per la valutazione, la progettazione e la gestione di impianti agroforestali.
  • Aggiornamento costante sulle novità che interessano l'impiego di piante arboree in agricoltura o zootecnia.
  • Una vetrina di promozione delle aziende agricole virtuose, associate ad Aiaf.
  • Una rete di stakeholder - imprenditori, tecnici professionisti, ricercatori - per un efficace scambio di dati ed esperienze.
  • Un supporto esperto per progetti in linea con lo statuto dell'Associazione.
  • Accesso a workshop, seminari ed altre attività di approfondimento dell'agroforestazione.
  • La pubblicazione di una newsletter periodica che diffonde le iniziative e le opportunità di formazione organizzate nelle diverse regioni.

 

L'autore ringrazia Anna Panozzo e Simone Piotto (Università di Padova e Aiaf), Giustino Mezzalira, Federico Correale, Lorenzo Furlan e Loris Agostinetto (Veneto Agricoltura), per il materiale e la collaborazione nella redazione del presente articolo.

 

Bibliografia

(1) Piotto S., Panozzo A., Pasqualotto G., Carraro V., Barion G., Mezzalira G., Furlan L., Moore S.S., Vamerali T. (2023). Phenology and radial growth of poplars in wide alley agroforestry systems and the effect on yield of annual intercrops in the first 4 years of the trees' lifespan. Agriculture, Ecosystems and Environment (submitted). Available at SSRN 4363133.

(2) Panozzo A., Reubens B., Pardon P., De Swaef T., Coudron W., Vamerali T., Verheyen K. (2022). The effect of tree rows on yield of grain crops: a meta-analysis on agroforestry systems in temperate climates. Proceedings of the 50th Conference of the Italian Society of Agronomy, Padova 18th-20th September 2022.

(3) Panozzo A. (2022). Approcci agronomici ed ecosistemici innovativi per migliorare la resilienza e la qualità del frumento in risposta agli stress abiotici. Tesi di Dottorato in Crop Science, Università degli Studi di Padova.

Autore: Mario A. Rosato

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