Irrorazione del vigneto, tutti i vantaggi degli impianti fissi

Nei vigneti e frutteti con elevate pendenze, dove le normali attrezzature faticano ad operare, si può optare per irrorare le colture attraverso impianti fissi. Una opzione che offre innumerevoli vantaggi

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Gli impianti fissi possono essere usati in vigneti ad elevata pendenza (Foto di archivio)

Fonte immagine: © stevanzz - Adobe Stock

L'irrorazione di colture su terreni con pendenze elevate, come quelli tipici della viticoltura in aree collinari o montuose, comporta sfide tecniche e operative significative. Tra i principali punti critici vi è la sicurezza degli operatori, che devono affrontare il rischio di ribaltamento delle macchine operatrici, soprattutto in terreni con pendenze superiori al 30%. In aggiunta, l'esposizione ai prodotti fitosanitari, l'elevato fabbisogno di manodopera e la ridotta tempestività degli interventi sono problematiche comuni.

 

In Italia la vite insiste sul 5% delle aree agricole declivi (circa 400mila ettari), mentre nel caso della frutticoltura la percentuale sale al 15% (per una superficie di 1,2 milioni di ettari). Risulta dunque evidente che i problemi legati all'irrorazione di queste colture, sebbene rappresentino una nicchia, possono avere un impatto ambientale e sociale rilevante.

 

Una soluzione innovativa e promettente per superare queste difficoltà è rappresentata dall'impiego di sistemi a punto fisso (Fixed Spray Delivery Systems, Fsds), una tecnologia in grado di semplificare l'applicazione dei fitofarmaci, migliorando la sicurezza e riducendo al minimo l'impatto ambientale. Una soluzione di cui ha parlato Paolo Balsari, docente presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (Disafa) dell'Università di Torino, in occasione delle ultime Giornate Fitopatologiche.

 

"L'uso dei sistemi a punto fisso rappresenta una interessante opportunità perché permette di avere una difesa tempestiva della coltura, minimizzando i rischi per l'operatore e riducendo drasticamente il problema della deriva", ci racconta proprio Balsari, che con il suo team di lavoro, assieme a Netafim Italia e alla Fondazione Edmund Mach, ha messo a punto un primo prototipo di macchina a punto fisso per i trattamenti fitoiatrici nei vigneti allevati a spalliera.

 

L'impianto sperimentale denominato S.O.PH.I.A.™

L'impianto sperimentale denominato S.O.PH.I.A.

(Fonte foto: Paolo Balsari, docente presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (Disafa) dell'Università di Torino)

 

Il funzionamento dei sistemi a punto fisso

I sistemi a punto fisso consistono in una rete di tubazioni e ugelli installati in maniera permanente lungo i filari del vigneto (o frutteto). Gli ugelli irrorano la soluzione fitosanitaria in modo controllato e uniforme, senza la necessità di movimentare attrezzature pesanti. Una macchina, come il sistema S.O.PH.I.A., è composta da tre parti fondamentali: un sistema di pompaggio, uno di distribuzione e uno di pulizia.

 

Eccoli nel dettaglio:

  • Sistema di pompaggio: può essere fisso o mobile e serve a mettere in pressione il liquido fitosanitario. Il sistema fisso prevede un tank per contenere la miscela fitoiatrica e una pompa. Quello mobile può convenientemente essere basato sull'atomizzatore aziendale, che funge da miscelatore e pompa la miscela nell'impianto.
  • Sistema di distribuzione: include gli ugelli distribuiti lungo i filari, ad una distanza di circa 5 metri, che erogano il prodotto fitosanitario sulla vegetazione. Gli ugelli sono disposti a due altezze: una fila bassa, per coprire la parte centrale della vegetazione, e una alta, per irrorare la parte superiore.
    Ogni ugello è calibrato per garantire una irrorazione uniforme, evitando eccessi o carenze nella copertura. Nella sperimentazione sono stati utilizzati ugelli con il sistema Pulsar di Netafim, che garantisce uniformità di distribuzione ed evita il gocciolamento.
  • Sistema di pulizia: garantisce che le tubazioni e gli ugelli siano puliti dopo l'uso, prevenendo contaminazioni.

 

"Il sistema di pulizia prevede di far passare acqua pulita nelle tubazioni e poi negli erogatori, in modo da allontanare dall'impianto i residui di miscela fitoiatrica", continua Paolo Balsari. "Dalle prove condotte è emerso come questo lavaggio non influisca negativamente sui livelli di copertura della vegetazione con il prodotto fitosanitario, in quanto i volumi d'acqua utilizzati sono molto bassi".

 

Le principali componenti di una macchina a punto fisso

Le principali componenti di una macchina a punto fisso

(Fonte foto: Paolo Balsari, docente presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (Disafa) dell'Università di Torino) 

 

Una volta attivato, il sistema a punto fisso è in grado di trattare 1 ettaro di vigneto in meno di 20 minuti (con circa mille litri di acqua), migliorando drasticamente la tempestività dell'intervento rispetto alle tecniche tradizionali. Ma c'è di più, perché come spiegato da Balsari il sistema può essere disegnato per attivarsi solo in caso di vento assente o molto debole. Significa che una volta dato il comando di accensione, il sistema si attiva solo quando ci sono le condizioni ambientali idonee.

 

"Sappiamo bene che il vento è uno dei principali fattori che causa la deriva, come anche la dimensione delle gocce: più sono piccole più la miscela fitoiatrica rischia di non intercettare il bersaglio. Per questo motivo gli ugelli montati sulla macchina sono in grado di produrre gocce di dimensione medio grande equiparabili a quelle prodotte dagli ugelli antideriva".

 

Va poi aggiunto che, a differenza delle macchine tradizionali, il sistema a punto fisso non utilizza flussi d'aria per indirizzare il getto degli ugelli, questo permette di abbassare ancora di più il rischio di dispersione a terra o nell'aria.

 

Irrorazione a punto fisso: i benefici del sistema

L'adozione di sistemi a punto fisso, come S.O.PH.I.A., comporta numerosi vantaggi, che spaziano dalla sicurezza operativa fino alla sostenibilità ambientale.

 

Nel dettaglio:

  • Maggior sicurezza dell'operatore: poiché l'operatore non deve manovrare macchinari su terreni in pendenza, il rischio di ribaltamento è eliminato. Inoltre, l'esposizione ai fitofarmaci è ridotta o annullata, migliorando la sicurezza sul lavoro.
  • Ridotto impatto ambientale: grazie alla distribuzione controllata dei fitofarmaci, i sistemi fissi minimizzano la deriva del prodotto, cioè il movimento non desiderato del fitosanitario nell'atmosfera verso aree non bersaglio. Gli ugelli utilizzati, come quelli del sistema StripNet, riducono efficacemente questo fenomeno, garantendo una copertura omogenea del vigneto e limitando le perdite a terra.
  • Efficienza energetica: poiché il trattore è utilizzato solo per alimentare il sistema di pompaggio, il consumo energetico è notevolmente ridotto rispetto ai metodi tradizionali, portando a una significativa riduzione delle emissioni di CO2.
  • Risparmio di manodopera: i trattamenti con sistemi a punto fisso richiedono molto meno tempo e risorse umane rispetto all'irrorazione manuale o con trattori, con una necessità di manodopera che si riduce drasticamente rispetto alle 500 ore per ettaro richieste in condizioni di terreno difficili.
  • Uniformità nella distribuzione: il sistema garantisce una copertura uniforme su tutta la superficie coltivata, riducendo la possibilità di errori o la disomogeneità nel trattamento, fattore che spesso si verifica con le irrorazioni tradizionali su terreni in pendenza.

 

Ostacoli all'adozione degli impianti fissi

Certo non mancano le sfide allo sviluppo e all'adozione di questi sistemi di irrorazione nelle aziende agricole. Prima di tutto a livello di certificazione. Per la normativa italiana gli impianti a punto fisso sono in tutto e per tutto delle macchine irroratrici e dunque devono rispondere alla Direttiva Macchine e alla normativa armonizzata ISO 16119 per essere marchiati CE (la macchina S.O.PH.I.A. è già marchiata CE).

 

Inoltre, come tutte le macchine irroratrici, devono essere sottoposte periodicamente a controllo funzionale. Servirà dunque sviluppare una metodologia ad hoc per questo genere di impianti. Nello specifico, Netafim Italia ha già predisposto una bozza di protocollo di prova per la macchina S.O.PH.I.A. che è ora oggetto delle ultime valutazioni di campo.

 

Va poi considerato il costo di acquisto e di installazione. Anche se ancora non esiste una soluzione in commercio, dotare un vigneto o un frutteto di un sistema di irrorazione a punto fisso potrebbe costare alcune decine di migliaia di euro. D'altronde, come abbiamo visto, i vantaggi sono molteplici (sia a livello agronomico, che economico e di tutela del lavoratore), e dunque ogni agricoltore deve soppesare il costo di adozione.

Autore: Tommaso Cinquemani

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