Potatura di riforma dell'olivo, come e quando eseguirla

La potatura di riforma dell'olivo serve a migliorare la produzione di olive e a rendere la gestione della chioma più agevole. Di solito viene eseguita su piante vecchie, cresciute senza controllo, oppure su esemplari danneggiati dal gelo, ma anche su olivi eccessivamente alti

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La potatura di riforma permette il recupero di piante troppo grandi o deteriorate (Foto di archivio)

Fonte immagine: © stevanzz - Adobe Stock

La potatura dell'olivo è una pratica fondamentale per mantenere in equilibrio le piante e garantire la produttività. Ma quando gli interventi ordinari non bastano più, si rende necessario un approccio più deciso: è il caso della potatura di riforma, chiamata anche potatura di ricostituzione o potatura di ringiovanimento dell'olivo.

 

Si tratta di un intervento straordinario, da eseguire quando l'albero presenta una struttura troppo sviluppata, è stato trascurato per anni o ha subìto danni gravi. Molti olivi presenti sul territorio italiano hanno più di cinquant'anni, spesso anche oltre il secolo. Nonostante l'olivo sia una specie longeva, con il tempo la chioma può diventare troppo ampia o alta, con un eccesso di legno vecchio non più produttivo. In questi casi, la potatura di ringiovanimento permette di eliminare il legno esausto, stimolare la formazione di nuovi germogli e rendere la pianta più gestibile.

 

Un'altra condizione che rende necessaria la potatura straordinaria dell'olivo è il danneggiamento dello scheletro a causa di eventi climatici estremi (come gelate o incendi), attacchi parassitari (come carie) o errate pratiche agricole (ad esempio l'uso scorretto di diserbanti o scuotitori meccanici). In questi casi si interviene per eliminare le parti morte o compromesse e favorire la rigenerazione della chioma.

 

Infine, in molti oliveti collinari o terrazzati, come quelli liguri, gli olivi raggiungono altezze eccessive, rendendo la potatura ordinaria una vera sfida. Se la chioma si sviluppa troppo in alto, infatti, si rende difficile la raccolta e aumentano i costi di gestione. L'obiettivo della potatura di riforma, in questi casi, è ridurre drasticamente l'altezza, impostando una nuova struttura più compatta e funzionale.

 

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La potatura di riforma di vecchi olivi

Quando si decide di eseguire la potatura di riforma su olivi molto vecchi e sfuggiti al controllo dell'agricoltore, si può procedere in modi diversi a seconda della condizione della pianta. Le due tecniche principali sono il raccorciamento delle branche primarie, oppure la capitozzatura del tronco o delle branche.

 

La prima tecnica consiste nell'effettuare tagli di ritorno sulle branche principali. Per contenere i costi ed avere buoni risultati è fondamentale eseguire pochi tagli importanti. L'errore più comune è essere troppo timidi con la potatura, che non risulterà quindi risolutiva. 

 

Il raccorciamento delle branche è una potatura di ringiovanimento meno drastica, utile quando la pianta è strutturalmente sana ma presenta un eccesso di legno vecchio. L'intervento deve essere deciso: si rimuove circa il 50% della biomassa legnosa, con l'obiettivo di lasciare la pianta alta non oltre 4,5 metri. In questo modo si stimola la formazione di rami nuovi e vigorosi.

 

Nei casi più gravi si ricorre alla capitozzatura dell'olivo, ovvero il taglio del tronco a livello del suolo. In questo caso la pianta, che ha conservato intatto l'apparato radicale, ripartirà dalla ceppaia con l'emissione di polloni, che dovranno essere selezionati e allevati. Nei casi meno gravi la capitozzatura può essere eseguita a livello di branche principali, che andranno tagliate a circa 20 centimetri dall'innesto.

 

La capitozzatura è una tecnica drastica, ma molto efficace per riformare completamente la chioma. Dopo l'intervento la pianta produce numerosi germogli, che nei primi due-tre anni devono essere lasciati crescere liberamente, intervenendo solo con l'asportazione dei polloni e dei succhioni più vigorosi.

 

La gestione post intervento è cruciale. Nelle prime due stagioni bisogna evitare potature troppo severe e concentrarsi sulla selezione graduale delle future branche. Solo al terzo anno si inizierà a strutturare la nuova chioma, per poi tornare a una gestione ordinaria a partire dal quarto o quinto anno.

 

A seconda della severità della potatura le piante possono impiegare anche tre-quattro anni per tornare in produzione. Per evitare stop troppo lunghi, l'olivicoltore può optare per un approccio a scaglioni. In questo caso si dividerà l'appezzamento in quattro parti e ogni anno si procederà alla potatura di una sezione, in modo che quando si avrà terminato tutta la potatura la prima sezione sarà tornata in produzione.

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Come potare gli olivi danneggiati dal gelo

In caso di gelate importanti è essenziale valutare attentamente i danni prima di decidere come procedere. Se sono interessati solo i rami giovani, è sufficiente una potatura leggera dell'olivo. Ma se il gelo ha colpito anche le branche primarie o il tronco, la potatura di riforma deve essere più decisa.

 

La tecnica più efficace è la succisione del tronco, ovvero il taglio vicino alla base che consente alla pianta di rigenerarsi completamente grazie ai polloni emessi dalla ceppaia. Nei primi tre anni non si diradano i germogli, per permettere alla pianta di ricostruire una chioma ampia. Solo successivamente si selezionano i nuovi fusti in base alla forma di allevamento desiderata (vaso, cespuglio o tronco singolo).

 

Questa forma di potatura straordinaria dell'olivo ha dimostrato di garantire una ripresa vegetativa rapida e una produttività elevata, soprattutto se eseguita subito dopo la ripresa vegetativa primaverile.

 

Potatura dell'olivo per ridurne l'altezza

In oliveti con alberi troppo alti, la potatura di riforma è l'unico intervento efficace per ridurne le dimensioni e migliorare la gestione. Si può procedere in due modi. Se si vuole mantenere il tronco, si procede con un taglio netto del fusto tra 1 e 1,6 metri di altezza, lasciando che nuovi germogli si sviluppino nella parte inferiore. Se invece il tronco è storto, cariato o se non viene ritenuto di pregio, si deve tagliare a livello del suolo, riallevando l'olivo dalla ceppaia, con una forma a cespuglio o a vaso cespugliato.

 

L'intervento si articola in più anni:

  • 1° anno: si rimuovono solo polloni e succhioni non funzionali. Nessuna selezione anticipata.
  • 2° anno: si cominciano a scegliere i rami ben inseriti, distanziati e vigorosi per impostare la nuova struttura.
  • 3° anno: si definiscono le branche primarie e si comincia il diradamento per favorire luce e crescita.
  • 4°-5° anno: la chioma raggiunge piena espansione, la produzione si stabilizza e si torna alla potatura ordinaria.

 

Questa tecnica, se ben condotta, consente di ottenere una nuova chioma dell'olivo più bassa, accessibile e produttiva, migliorando radicalmente l'efficienza dell'intero oliveto.

 

Niente timidezza nell'effettuare i tagli

La potatura di riforma dell'olivo non è solo un atto tecnico, ma un vero e proprio investimento sul futuro della pianta. Che si tratti di un olivo da ringiovanire, di una pianta danneggiata dal gelo o di un albero cresciuto troppo in altezza, sapere quando e come intervenire fa la differenza tra un oliveto improduttivo e uno rigoglioso.

 

L'importante è non agire senza avere una strategia ben definita in mente. Sappiamo infatti che la potatura è molto dispendiosa in termini di ore di lavoro e dunque, quando si entra in campo, occorre sapere quale risultato si vuole ottenere. È necessario quindi concentrarsi su pochi tagli sulle branche principali (o sul tronco) per evitare di perdere troppo tempo con tagli di piccole dimensioni, ottenendo in questo modo solo un risultato parziale.

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Autore: Tommaso Cinquemani

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