Elogio critico dell'erba alta

Alcune considerazioni sui cosiddetti sfalci ridotti per favorire gli insetti impollinatori, che per essere efficaci devono essere fatti con criterio

Elogio critico dell'erba alta - Plantgest news sulle varietà di piante

Fiori spontanei lungo il margine di una strada (Foto di archivio)

Fonte immagine: © Frans - Adobe Stock

È ormai consueto vedere prati, parchi, aiuole o fasce verdi con l'erba alta per favorire gli insetti impollinatori o leggere articoli e annunci di varie amministrazioni che dichiarano di farlo.

 

E la cosa è sicuramente positiva perché indica una nuova sensibilità, l'importante è che sia fatta bene e non sia una cosa fatta tanto per farla, sull'onda di una moda passeggera.

 

Perché accanto a molti aspetti utili, se le cose sono fatte o pensate male, ci possono essere anche effetti indesiderati, se non addirittura controproducenti.

 

Stiamo infatti parlando di spazi verdi che tecnicamente si dicono antropizzati, cioè modificati dall'uomo, e che per tanto dall'uomo devono essere gestiti, perché se non lo si fa non si lascia spazio alla natura, si rischia semplicemente di lasciar spazio al degrado.

 

Vediamo allora i vari aspetti che si possono prendere in considerazione nella pratica dei cosiddetti sfalci ridotti e i loro pro e i loro contro.

 

L'aspetto estetico

Il primo lato positivo è sicuramente l'aspetto estetico, anzi, il far nascere una nuova sensibilità estetica, perché non è affatto vero che l'erba alta è brutta. 

 

Un prato con l'erba alta, e con le specie vegetali adatte, ha la bellezza che è data dall'armonia di molte piante nel pieno del loro sviluppo, esattamente come la bellezza di un bel bosco è dato dall'armonia dei molti alberi che crescono insieme.

 

Allo stesso modo un taglio mal fatto, se ad un occhio superficiale può dare l'idea di ordine e di pulizia, a uno sguardo diverso può ricordare la devastazione dei boschi alpini dopo la tempesta Vaia.

 

Per ottenere un buon risultato estetico quindi bisogna saper valutare se è il caso di lasciar crescere le piante che abbiamo, o ancor meglio progettare con semine o trasemine specifiche, le piante da lasciar crescere. E a questo scopo le wild flower potrebbero svolgere un ruolo interessante.

 

L'aspetto ecologico

I vantaggi ecologici di una riduzione degli sfalci possono essere molti, ma in particolare sono l'aumento delle risorse alimentari e degli spazi di rifugio e nidificazione per gli insetti e altri piccoli animali e la maggior produzione di semi delle piante, che garantiscono una migliore e più stabile copertura vegetale.

 

Inoltre, se ben progettate, le zone a sfalcio ridotto o senza sfalcio possono diventare dei veri e propri corridoi ecologici, creando una rete di collegamento tra zone più o meno gestite e più o meno favorevoli agli insetti e altri animali.

 

Però anche in questo caso non basta non tagliare l'erba, bisogna sapere cosa non tagliare e dove.

 

Se si vogliono favorire degli insetti impollinatori è importante che le specie che si lasciano andare a fiore siano nettarifere o pollinifere

 

Ad esempio, lasciare crescere una zona dove ci sono pressoché solo graminacee porta pochi vantaggi ai pronubi, anche se può essere molto utile per altri animali, primi tra tutti gli uccelli granivori.

 

Il dove lasciare l'erba alta è poi fondamentale per non creare delle vere e proprie trappole mortali.

 

Lasciare crescere piante, magari nettarifere, lungo i margini o su spartitraffici di strade ad alto scorrimento alzerà enormemente il rischio degli impatti tra gli insetti e i veicoli e, di fatto, invece che aiutarli rischiamo di farli uccidere.

 

Aiuole urbane, zone nei parchi, margini di strade campestri e argini invece restano i luoghi ideali dove far crescere liberamente l'erba.

 

L'aspetto gestionale

Riguardo l'aspetto gestionale il vantaggio principale è il risparmio di lavoro e di carburanti, che già da sé è un bel vantaggio.

 

Ma anche in questo caso per fare un bel lavoro è importante come sempre progettare e pianificare.

 

È fondamentale scegliere piante che siano in grado di ricacciare o pianificare lo sfalcio alla maturazione dei semi, per garantire una vegetazione uniforme e stabile nel tempo.

 

È poi importante considerare che tipo e che quantità di paglie o di residui di sfalcio si hanno, per valutare se sia il caso di lasciarli a terra o di rimuoverli, sia per un aspetto puramente estetico, sia per evitare un effetto pacciamatura, che porterà poi ad una ricrescita disomogenea della vegetazione.

 

E infine, sarebbe molto opportuno valutare anche la presenza di eventuali nidificazioni, sia di insetti che di uccelli, in modo da evitare che lo sfalcio faccia una vera e propria strage degli innocenti.

 

Concludendo

Insomma, per fare un buon lavoro non basta non tagliare l'erba, bisogna non tagliarla con criterio.

 

I cosiddetti sfalci ridotti non devono essere un semplice lavoro in meno, ma una progettazione del verde in più.

Autore: Matteo Giusti

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