Combi Mais Eco 2025: punte di 18,1 tonnellate a ettaro di granella sana

Non è solo la quantità a fare la differenza, il protocollo si differenzia anche per la qualità della granella prodotta. Guarda il video

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Combi Mais 2025: vincono resa e sanità della granella

Fonte immagine: AgroNotizie®

"Coltivare pensando" e "coltivare innovando" sono i motti del protocollo Combi Mais che ha superato i dieci anni di prove e che nella stagione 2025 è diventato Combi Mais Eco.

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Durante il classico evento che si tiene ogni anno alla Società Agricola Folli, a Mediglia (Mi), e che quest'anno si è svolto lo scorso 29 settembre, sono stati presentati i risultati della stagione 2025. Se la media dell'areale lombardo ha prodotto 13,5 tonnellate a ettaro di granella di mais, Combi Mais ha toccato punte di 18,1 tonnellate a ettaro. Non è solo però la quantità a fare la differenza, con un protocollo che introduce ogni anno innovazioni nel metodo di coltivazione, Combi Mais si differenzia anche per la qualità della granella prodotta.

 

La stagione appena chiusa ha visto diverse allerta stress per il mais: elateridi e marciumi, muffe da Aspergillus e stress termici. In generale è stata un'annata da semaforo rosso per l'aflatossina B1 e da semaforo arancio per le fumonisine B1 e B2. Come ogni coltivatore di mais sa, la contaminazione da micotossine declassa la granella e ne abbatte il valore.

 

Le analisi sulla granella di mais da protocollo Combi Mais Eco hanno dimostrato che, per tutte le possibili contaminazioni, comprese le aflatossine, è stata ampiamente al di sotto dei limiti di legge. Praticamente tutta la granella prodotta è adatta al consumo umano diretto e tutta è considerata mais con caratteristiche. Con le quotazioni di mercato attuali, ciò fa la differenza fra un mais che dà margini di redditività all'azienda agricola e un mais che porta l'azienda agricola a zero, ovvero a coprire solo i costi di produzione.

 

Il gruppo dietro a Combi Mais, un folto numero di aziende partner sotto la guida agronomica di Leonardo Bertolani e sotto la supervisione del professore dell'Università di Torino Amedeo Reyneri, responsabile scientifico di Combi Mais, è riuscito poi ad abbattere ancora le emissioni di gas serra, migliorando quindi ulteriormente l'impronta carbonica della produzione di mais.

 

L'annata 2025 in Pianura padana è stata caratterizzata da una primavera favorevole, ma l'estate ha riservato lunghi periodi di temperature decisamente elevate. La pioggia, pur in quantità media rispetto agli undici anni di protocollo, è caduta violentemente in più occasioni. Nel dettaglio: si sono avuti sessantaquattro giorni di temperature sopra i 30 gradi (in media dal 2000 al 2021 erano quaranta) e quattordici giorni sopra i 35 gradi (in media dal 2000 al 2021 erano tre); tre giorni di pioggia intensa (sopra i 40 millimetri all'ora o grandine) rispetto al giorno e mezzo del periodo 2000-2021. Condizioni quindi sfidanti che hanno messo in evidenza come la crisi climatica stia accelerando.

 

Combi Mais Eco 2025: le interviste

 

Nel 2025 il protocollo Combi Mais Eco si è caratterizzato per nuove scelte in fatto di nutrizione con l'utilizzo di formulati innovativi per la tutela biofisica del suolo (sono stati utilizzati concimi organo minerali) e per dare maggiore resilienza agli stress alle piante, per il risparmio idrico, con soluzioni di microirrigazione di ultima generazione e la scelta della subirrigazione in alcune parcelle. Per il secondo anno consecutivo il team del protocollo ha messo alla prova il mais a taglia bassa.

 

Dal punto di vista ambientale, visto anche il suffisso Eco per l'anno 2025, il professore Reyneri ha analizzato il risultato che riguarda l'Lca, che misura l'impronta carbonica della produzione. Con Combi Mais si risparmiano fra lavorazioni del terreno, irrigazione e concimazione azotata circa 70 chilogrammi di CO2 equivalente per chilogrammo di granella. In più il protocollo migliora l'efficienza d'uso dell'azoto e dell'acqua.

 

I risultati economici non sono da meno. Bertolani, agronomo responsabile del progetto, ha fatto i conti: producendo in convenzionale per l'areale lombardo, per l'alimentazione animale, non c'è margine per l'azienda agricola. I costi sono pari a 3.580 euro a ettaro e la Produzione Lorda Vendibile ammonta a 3.577. Applicando Combi Mais, a seconda della configurazione si va da un guadagno di 510 euro a ettaro a 717. La nicchia della granella di mais per il consumo umano regala soddisfazioni, con Combi Mais, a seconda della configurazione, si guadagnano 1.370 euro a ettaro o 1.570 euro a ettaro.

 

Se i margini che regala Combi Mais attirano l'attenzione, quello che i conti certificano è lo "zero" del convenzionale. Ecco perché Mario Vigo, presidente di Innovagri e ideatore del protocollo Combi Mais, ha voluto lanciare una proposta alla politica, guardando alla Pac. "Il mais - ha detto - è una coltura strategica. È fondamentale per le nostre Dop. Andare verso il disaccoppiato nel 2005, a mio parare è stato un errore. Occorre prevedere un aiuto accoppiato a ettaro". Vigo ha immaginato l'aiuto a 350 euro a ettaro, un aiuto che costerebbe circa 250 milioni all'anno, considerando una superficie di 600 ettari.

 

Le aziende partner di Combi Mais Eco sono: Unimer per la fertilizzazione; Cifo per i biostimolanti, la fertirrigazione e la nutrizione localizzata; Netafim (soluzioni di microirrigazione); Bayer Crop Science per la protezione delle colture, per la genetica con marchio Dekalb e per il supporto alle decisioni con la piattaforma digitale FieldView; VH Italia per la gestione del rischio; Agriserv per lavori di contoterzismo con macchinari di precisione e Ri.Vi. per l'assistenza a macchine agricole ed attrezzature.

 

Un momento di Combi Mais 2025

Un momento di Combi Mais 2025

(Fonte foto: Barbara Righini - AgroNotizie®)

Autore: Barbara Righini

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