Sementi orticole: Italia al vertice con 38mila ettari

Cicoria e radicchio registrano la migliore performance produttiva del 2023 con una crescita del 49%, il ravanello è la specie orticola più moltiplicata, mentre per le aromatiche è il coriandolo. Sono questi i dati principali emersi da un'indagine di Assosementi

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Nel 2023 in Italia la moltiplicazione delle sementi ortive e aromatiche è risultata più stabile rispetto al 2022 (Foto di archivio)

Fonte immagine: © Natallia - Adobe Stock

Sono stati 38mila gli ettari in Italia destinati alla moltiplicazione di sementi ortive e aromatiche nel 2023. Lo rivela un'indagine di Assosementi, l'associazione che rappresenta le aziende sementiere italiane, che evidenzia una sostanziale stabilità rispetto al 2022 confermando il ruolo di leadership a livello europeo del settore.

 

"Il settore sementiero orticolo si conferma un fiore all'occhiello dell'agricoltura italiana. Siamo soddisfatti dei risultati ottenuti, che confermano le nostre attese e testimoniano il valore del comparto. - ha dichiarato Roberto Morelato, presidente della sezione orto di Assosementi - Il risultato ottenuto è frutto della professionalità, dell'esperienza e della spinta innovativa delle nostre aziende, capaci da sempre di garantire elevati standard di qualità alle produzioni e, in tal modo, di attrarre i principali player dello scenario mondiale. La conferma di questo risultato assume ancora maggior rilevanza se teniamo conto delle criticità con le quali il comparto sementiero orticolo italiano si deve confrontare quotidianamente".

 

Tra le ortive, la migliore performance di crescita nel 2023 la fanno registrare cicoria e radicchio, cresciuti del 49%. In calo invece la senape, a causa della netta riduzione della richiesta da parte dei mercati asiatici. Al primo posto tra le specie ortive più moltiplicate resta in ogni caso il ravanello. Per quanto riguarda invece le specie aromatiche, si conferma il coriandolo e risultano in crescita rucola e basilico.

 

Si consolidano infine le gerarchie nella distribuzione territoriale, con l'Emilia Romagna che resta la prima regione con 12.250 ettari. Alle sue spalle la Puglia con 10.300 ettari, le Marche con 5.700 ettari e il Molise (4.500 ettari).

 

"Produrre sementi di qualità elevata come il mercato richiede, in un contesto di cambiamenti climatici, diventa sempre più difficile. Gestire le problematiche fitosanitarie delle colture da seme in concomitanza di una progressiva riduzione del numero di principi attivi autorizzati rappresenta un fattore produttivo critico, spesso pesantemente condizionante. - Ha aggiunto Morelato - Inoltre, in diversi casi, come quelli che coinvolgono le produzioni sementiere di specie di piante allogame, risulta indispensabile la corretta gestione del territorio per garantire l'isolamento spaziale delle coltivazioni di queste specie: non è un caso che le regioni in cui questo aspetto è regolamentato da leggi regionali e accordi volontari le colture sementiere siano maggiormente diffuse, con soddisfazione anche delle aziende agricole, per le quali la produzione di sementi offre una interessante alternativa produttiva".

 

L'estensione di tali norme a livello nazionale quindi potrebbe dare un sostanziale impulso alla diffusione dell'attività di moltiplicazione sementiera anche in altre regioni, offrendo un'interessante opportunità di reddito per le aziende agricole.

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