Nocciolo e impollinazione: quattro cose da sapere
Varietà, numero, disposizione e gestione: ecco i quattro fattori chiave per un'impollinazione efficace nel corileto, e per una produzione ottimale di nocciole

Fioritura degli amenti nelle file di varietà impollinatrici nel noccioleto dell’azienda della Fondazione per l’Istruzione Agraria in Perugia
Fonte immagine: Fondazione per l'Istruzione Agraria Perugia
Anche per il nocciolo (Corylus avellana) è arrivata la primavera e con essa sono terminate due fasi molto importanti: la fioritura e l'impollinazione, che sono strettamente interconnesse fra loro.
Nello specifico, senza l'impollinazione non potrebbe esserci la produzione di frutti, perché altrimenti non avverrebbe l'incontro fra l'ovario femminile e il granulo pollinico.
Per questo motivo, nella realizzazione di un nuovo impianto è necessario inserire dei noccioli impollinatori, oltre alla varietà produttrice di nocciole. Ma non solo, oltre a scegliere le piante produttrici di polline bisogna anche saperle posizionare correttamente nell'appezzamento.
Per fare una panoramica che va dalla scelta della varietà impollinatrice alla disposizione in campo, fino alla percentuale consigliata e alle tecniche agronomiche che influenzano la riproduzione, AgroNotizie® ha intervistato Matteo Stabile e Tommaso Patacca, della Fondazione per l'Istruzione Agraria in Perugia.
Scegliere l'impollinatore: compatibilità e tempismo
Il nocciolo è una pianta monoica con fiori diclini (chiamati anche unisessuali): cioè il singolo albero porta sia i fiori femminili che i fiori maschili distinti fra loro.
Poi è generalmente autoincompatibile, ovvero il polline prodotto dai fiori maschili di una cultivar non può fecondare i fiori femminili della stessa cultivar. In poche parole raramente si può autoimpollinare.
Questa è una strategia riproduttiva che promuove l'incrocio fra individui diversi, e quindi una variabilità genetica all'interno della specie.
In questo paragrafo, si affrontano i criteri principali per scegliere la varietà impollinatrice più adatta da inserire nell'appezzamento.
Compatibilità genetica
La scelta degli impollinatori si basa sulla piena o parziale compatibilità tra la cultivar principale e quella, o quelle secondarie scelte per l'impollinazione. Se si sbaglia la compatibilità genetica fra queste due la produzione di nocciole è fortemente compromessa.
Un esempio pratico è quello della nocciola Tonda Francescana®, coltivata come varietà produttiva: "La Tonda Francescana® è un incrocio fra la Tonda Romana e la Tonda di Giffoni, e a livello genetico gli alleli dei due genitori hanno con la Tonda Francescana® una compatibilità genetica del 50%. - dice Matteo Stabile, della Fondazione per l'Istruzione Agraria in Perugia - Quindi possiamo dire che sia la Tonda Romana sia la Tonda di Giffoni possono essere utilizzate come impollinatori, anche se il loro polline svolge un'azione di impollinazione sui fiori femminili della Tonda Francescana® più ridotta rispetto al Nocchione e alla Camponica, varietà che hanno una compatibilità genetica del 100%, quindi si tratta di ottimi impollinatori".
Comunque, prima di impiantare un noccioleto un'analisi dell'area è fondamentale per capire l'orografia, l'esposizione, i venti dominanti e la presenza di altri noccioli (selvatici o coltivati) vicini.
"Se viene piantata la Tonda Francescana® dove intorno ci sono molte piante di Nocchione si può già essere avvantaggiati, ma è sempre preferibile aggiungere altri impollinatori compatibili dislocati tenendo conto della dominanza dei venti di fine inverno. Così si migliora la presenza di polline nella zona interessata".
Anche aumentare la diversità genetica del noccioleto è importante. Se ai margini dell'appezzamento si trovano dei noccioli selvatici è consigliato non eliminarli, ma bensì sfruttare la loro fioritura per avere polline di origine differente.
Sovrapposizione delle fioriture
La fioritura dei fiori maschili dell'impollinatrice deve essere sovrapposta il più possibile al momento di massima ricettività. In generale, si deve prediligere una varietà che produca molti amenti e molto granulo pollinico.
La sovrapposizione delle fioriture è influenzata dal clima dell'areale: è bene quindi valutare gli aspetti climatici e meteorologici della zona prima dell'acquisto dei noccioli.
In Umbria, per esempio, il Nocchione e la Camponica sono varietà consigliate perché ottime produttrici di polline. Inoltre, il Nocchione ha pressoché con tutti gli andamenti climatici dei vari anni una buona sovrapposizione con la fioritura della Tonda Francescana®.
Particolare di un gruppo di amenti in piena fioritura e diffusione di polline
(Fonte: Fondazione per l'Istruzione Agraria in Perugia)
Tuttavia, su questo tema vi è la grande incognita della crisi climatica, e su come questa influisca sui periodi di fioritura delle varietà usate fino ad oggi.
"Con il cambiamento climatico alcune varietà possono anticipare o ritardare la propria fioritura, e non è detto che queste fasi rimangano stabili negli anni. La scelta migliore, quindi, è evitare l'utilizzo monovarietale di impollinatori e prediligere una diversità più ampia in termini di epoche di fioritura" spiega Matteo Stabile.
Quanti impollinatori servono? Dipende dal territorio e dal vento
Sul numero ideale di impollinatori non esiste una risposta uguale per tutti i noccioleti, perché dipende sempre molto dal territorio in cui ricade l'impianto.
La percentuale in genere va dal 10-15% se ci si trova in areali molto vocati (con presenza anche di noccioli selvatici) e/o con condizioni favorevoli, al 20-25% se ci si trova in areali poco vocati e/o con condizioni poco favorevoli.
Incide molto la presenza o meno del vento, in quanto il nocciolo è una specie anemofila. Questo vuol dire che se l'impianto si trova in una zona moderatamente ventosa e tendenzialmente asciutta, il trasporto del polline sarà favorito. In questo caso la percentuale ideale è intorno al 10-15% o poco più alta. Mentre se l'impianto si trova in una zona poco ventosa e tendenzialmente umida, il trasporto del polline sarà più difficoltoso. In questo caso la percentuale ideale sarà necessariamente più elevata.
Per intercettare meglio il vento, quali sono i consigli per la disposizione degli impollinatori?
Matteo Stabile risponde:"Se possibile, sempre disposti in file opposte alla direzione del vento dominante della zona. In modo tale che, con l'incidenza del vento in direzione perpendicolare alla fila delle piante, ci sia una dispersione ottimale del polline. Un'altra accortezza è quella di distribuire gli impollinatori all'interno dell'appezzamento e di posizionarne anche nella prima e ultima fila dell'impianto, così da sfruttare la dispersione anche con il vento opposto oltre a quello dominante".
Come disporre i noccioli: schemi e sesto d'impianto
Per ottenere un buon equilibrio produttivo bisogna anche organizzare la disposizione delle piante.
Tommaso Patacca, della Fondazione per l'Istruzione Agraria in Perugia, dice: "La maniera migliore è quella di creare delle file indipendenti per ogni singolo impollinatore senza mescolarlo con la varietà produttiva. In modo tale da ottimizzare la raccolta e senza rischiare di avere una produzione formata da un miscuglio delle diverse varietà".
Una volta decise le file indipendenti si passa alla creazione di blocchi ripetuti per tutto l'appezzamento. Un esempio di schemi comunemente utilizzati sono il 6 + 2, cioè 6 file di varietà produttiva e 2 file di varietà impollinatrice; oppure il 6 + 1, cioè 6 file di varietà produttiva e 1 fila di varietà impollinatrice.
Particolare del fiore femminile nella fase di emissione degli stigmi già ricettivi verso il polline maschile
(Fonte: Fondazione per l'Istruzione Agraria in Perugia)
Oltre a questi, comunque, si possono costituire altre tipologie di blocchi in base alle proprie esigenze. Per esempio, la Fondazione usa un 10 + 2, con 10 file di nocciola Tonda Francescana® e 2 file di impollinatori.
"Questo schema è un buon compromesso fra impollinazione e resa, perché sono presenti molte file della varietà produttiva" spiega Patacca.
E cosa influenza la scelta di un blocco? Le caratteristiche complessive dell'areale (orografia, esposizione, venti e così via) e il sesto d'impianto.
Per il sesto d'impianto Matteo Stabile dice: " La disposizione delle file di impollinatori è influenzata anche dal sesto d'impianto, in caso di sesti stretti gli impollinatori possono essere intervallati anche ogni 10 file di varietà produttiva, mentre se si considerano sesti larghi si consiglia di ridurre il numero di file di varietà produttrice tra le file di impollinatori".
Gestione agronomica: non solo potatura e concimazione
Il corilicoltore può applicare delle strategie agronomiche per influenzare positivamente l'impollinazione: la potatura e la concimazione.
"La potatura influenza le tempistiche. In genere, è meglio potare prima la varietà produttiva e lasciare per ultima l'impollinatrice. In modo tale da sfruttare al massimo sia la disponibilità che la dispersione in atmosfera del polline." - dice Tommaso Patacca -"La concimazione con il boro e lo zinco influenza positivamente tutte le fasi di fecondazione del fiore femminile".
Un'altra strategia che in futuro potrebbe essere interessante su questa specie è l'impollinazione artificiale, che può essere applicata in modalità secca o umida. Patacca e Stabile spiegano che hanno svolto una prova in campo con la distribuzione secca, ottenendo dei buoni risultati.
Tale strategia però necessita di essere validata attraverso studi scientifici più approfonditi.
Particolare di un gruppo di amenti con diversi gradi di maturazione
(Fonte: Fondazione per l'Istruzione Agraria in Perugia)
Questo articolo è stato modificato in data 31 marzo 2025 nei paragrafi in cui si parla della compatibilità genetica, della percentuale ideale di impollinatori e degli schemi consigliati in corileto.
Autore: Chiara Gallo