Cascola del nocciolo: capirla per scegliere la giusta soluzione

Nei noccioleti italiani la cascola è un fenomeno diffuso e multifattoriale: per contenerne gli effetti servono varietà tardive, pratiche agronomiche mirate e strategie di difesa integrata con biostimolanti e trattamenti specifici

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Tonda Francescana in Umbria con abbondanza di nocciole sui rami

Fonte immagine: Studio di consulenza ProVerde

In questi ultimi tempi si è manifestata una crescente preoccupazione da parte dei corilicoltori a seguito del fenomeno della cascola che ha interessato praticamente tutte le regioni d'Italia e non solo. Gli esperti del settore ne attribuiscono l'origine a una serie di cause molteplici e complesse, coinvolgendo fattori abiotici derivanti dalle condizioni climatiche, nonché fattori biotici quali l'attacco delle cimici e malattie fungine come la necrosi grigia, causata da Fusarium lateritium.

 

Per ridurre il danno viene pertanto suggerito di adottare pratiche agronomiche che migliorino la salute generale e lo stato nutrizionale della pianta: un apparato radicale vigoroso e una chioma con una buona efficienza fotosintetica aiutano il nocciolo a resistere meglio agli stress, inclusi quelli climatici. Non vengono sottovalutate alcune strategie di difesa integrata con prodotti sostenibili che hanno dimostrato buoni risultati nella protezione dagli stress.

 

Differenze fra le varietà

Le osservazioni effettuate in Umbria, che hanno trovato conferma anche in recenti constatazioni rese disponibili da coltivatori del Piemonte, mostrano come su alcune varietà a fioritura particolarmente tardiva il fenomeno sia quasi del tutto assente.

 

I rilievi riguardano in particolare la varietà Tonda Francescana® la quale già si distingue in positivo per la fruttificazione costantemente più abbondante, anche rispetto ai propri genitori che sono notoriamente la Tonda Romana e la Tonda di Giffoni. Quest'ultima è caratterizzata da una fioritura particolarmente precoce, oltre che prolungata, fin da metà gennaio, ed è risultata sensibile alla cascola più o meno abbondante a seconda delle condizioni ambientali. Il medesimo fenomeno è stato rilevato anche su altre varietà con fioritura precoce.

 

Tonda Francescana al sesto anno

Tonda Francescana® al sesto anno

(Fonte: Moreno Moraldi, Studio di consulenza ProVerde)

 

Per contro si è notato che la cultivar Tonda Francescana®, nota per la sua germogliazione e fioritura medio tardiva, non ha manifestato perdite di frutti. Le osservazioni sono state eseguite a più riprese e in varie piantagioni a loro volta posizionate in ambienti diversi per giacitura, esposizione, altitudine e conseguente, microclima. In nessun caso si è constatata la perdita prematura dei frutti.

 

Buone pratiche contro la cascola

Per evitare, o almeno per ridurre, il danno dovuto alla cascola non resta che progettare le nuove piantagioni con varietà che, tenendo conto dei cambiamenti climatici già in atto, non presentino il fenomeno grazie al minor tempo di esposizione al rischio nel corso della fioritura.

 

Oppure agire, fin dal momento della prima comparsa dei fiori femminili, con dei trattamenti già sperimentati con successo e autorizzati per la coltura. I trattamenti che risultato efficaci sono a base di funghi antagonisti, che agiscono in modo preventivo, mettendo in atto dei meccanismi di competizione che evitano l'ingresso e lo sviluppo dei patogeni responsabili di arrecare danni all'interno del fiore.

 

Anche l'impiego di biostimolanti e/o corroboranti quali alghe, zeolite e caolino, nonché l'avvio di pratiche agronomiche e nutrizionali per fronteggiare gli stress abiotici, come i protettivi per regolare la temperatura all'interno della chioma nei periodi più caldi, possono aiutare a ridurre la cascola migliorando la resilienza della pianta.

 

Queste strategie congiunte rappresentano oggi le migliori cure attivabili per le perdite produttive dei noccioleti. Tuttavia, la complessità dell'evento rende necessario proseguire nella ricerca per perfezionare le conoscenze e le risposte agronomiche.

 

A cura di Daniela Farinelli, Università degli Studi di Perugia (DSA3)

Mauro Brunetti, Fondazione per l'Istruzione Agraria in Perugia

Moreno Moraldi, Studio di consulenza ProVerde

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