Clima e insetti, il nocciolo va ripensato

I cambiamenti climatici e la pressione di alcuni insetti, come la cimice, hanno ridotto drasticamente la produzione di nocciole anche nel 2025. Ne abbiamo parlato con Lorenzo Brigante della Fondazione Agrion: "Dobbiamo adattarci velocemente ai nuovi scenari"

Clima e insetti, il nocciolo va ripensato - Plantgest news sulle varietà di piante

La corilicoltura italiana è sotto pressione (Foto di archivio)

Fonte immagine: © A_sm - Adobe Stock

Anche in questo 2025 il Piemonte ha sofferto. La produzione di nocciole sui circa 28mila ettari a corileto è stata altalenante, con produzioni quasi ovunque sotto il potenziale. Non è andata bene neppure in Campania o nel Lazio, gli altri due areali in cui questa coltura ha preso piede negli anni, spinta dalla richiesta di materia prima da parte dell'industria dolciaria.

 

Ma perché, anno dopo anno, gli alberi non riescono a dare un raccolto soddisfacente? Per fare un bilancio di questo 2025 e guardare al futuro abbiamo incontrato Lorenzo Brigante, produttore e responsabile della Sezione Corilicola della Fondazione Agrion, che proprio il 17 ottobre scorso ha organizzato un Open Day a Cravanzana (Cuneo) per discutere di come uscire dal pantano insieme agli agricoltori piemontesi.

 

Lorenzo Brigante, quale bilancio puoi fare di questa annata?

"Le produzioni sono state molto disomogenee. Nell'Alta Langa ci sono aziende che hanno raccolto buone quantità, pur non tornando ancora ai livelli degli anni d'oro. Ma in altre zone, come la Bassa Langa, l'Alessandrino o l'Astigiano, le produzioni sono state pessime, in certi casi addirittura nulle. La cascola precoce ha colpito ovunque, anche se in misura diversa da zona a zona".

 

Su cosa avete lavorato per capire le cause della cascola?

"Come Fondazione Agrion abbiamo realizzato un monitoraggio su circa centotrenta campioni di nocciole cadute a terra verdi, raccolti in diversi areali. I risultati sono stati chiari: ci sono due principali cause di cascola. La prima è il danno da cimice, visibile su molti frutti. La seconda è una probabile problematica di impollinazione: molte nocciole erano semplicemente vuote, prive del seme all'interno del guscio".

 

Un momento dell'Open Day della Fondazione Agrion

Un momento dell'Open Day della Fondazione Agrion

(Fonte foto: Fondazione Agrion)

 

Quanto è impattante il problema dei gusci vuoti?

"Sta diventando sempre più importante. In molte aziende la presenza di gusci vuoti si è vista anche in fase di post raccolta, durante la pulizia e la disidratazione del prodotto. È un problema serio che ormai osserviamo da alcuni anni, ma che nel 2025 è emerso in modo ancora più evidente".

 

A cosa è dovuta questa impollinazione inefficace?

"Abbiamo notato un disallineamento crescente tra la fioritura femminile della Tonda Gentile Trilobata e quella degli impollinatori. Probabilmente per effetto delle anomalìe termiche e climatiche, le due fasi non coincidono più come un tempo. Questo comporta un'impollinazione incompleta e quindi lo sviluppo di nocciole vuote. Serve però ancora molta sperimentazione per confermare questi dati".

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Ma a inizio stagione le piante non sembravano promettenti?

"In effetti . Ad aprile e maggio le piante si presentavano molto bene, vigorose, cariche di frutti. A differenza di annate passate, non mostravano danni da siccità. Ma poi, tra giugno e luglio, con temperature spesso sopra i 36-37°C, molte sono entrate in stress. Il nocciolo ha una scarsa regolazione stomatica e soffre particolarmente il caldo: tra scottature ed eccessiva traspirazione, lo stress si è fatto sentire, contribuendo all'alterazione delle chiome e alla corretta fisiologia delle piante cascola".

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Ci sono strategie per contrastare il fenomeno delle nocciole vuote?

"Sul fronte climatico, le mani sono legate. Se al momento della fioritura ci sono piogge, scarsa ventilazione o temperature anomale, possiamo fare ben poco. Ma proprio per rispondere a questi problemi Agrion ha avviato delle prove per distribuire artificialmente polline, come si fa in frutticoltura con il kiwi. L'idea è di individuare le finestre ottimali per intervenire sulla fioritura femminile della Tonda Gentile e vedere se questo migliora l'impollinazione".

 

Distribuire polline con i droni: è un'ipotesi concreta?

"Sulla carta , anche noi la stiamo valutando. Ma bisogna considerare i costi, la gestione logistica e la necessità di mantenere la catena del freddo per conservare il polline. Non è semplice, anche perché i corileti piemontesi sono estesi e molto diversi tra loro. Serve capire se, e come, questa pratica sia sostenibile a livello aziendale".

 

La Fondazione Agrion sta testando nuove varietà di nocciolo

La Fondazione Agrion sta testando nuove varietà di nocciolo

(Fonte foto: Fondazione Agrion)

 

C'è chi ha provato a usare i biostimolanti per aiutare le piante a superare gli stress. Possono aiutare?

"Possono essere utili, ma solo se utilizzati con un protocollo tecnico preciso. I biostimolanti non sono curativi, devono essere dati in prevenzione e su piante ricettive. Una chioma ben gestita è fondamentale. Se l'impianto è trascurato, con piante alte 8 metri e poco fogliame attivo, non si ottiene nessun risultato. Noi come Agrion stiamo conducendo prove su diversi target per dare indicazioni chiare e concrete alle aziende entro fine 2026".

 

Veniamo ora all'acqua: quanto è importante l'irrigazione per gestire gli stress da caldo?

"Molto, ma va contestualizzata. Nelle zone collinari storiche è difficile accedere all'acqua a causa della profondità delle falde. Al contrario, nelle aree pianeggianti come quella del Saluzzese alcune aziende irrigano regolarmente, a manichetta o a scorrimento. Le buone pratiche prevedono irrigazioni nelle ore fresche e una gestione mirata sulla base del tipo di suolo. Un'analisi pedologica è il primo passo per qualsiasi strategia irrigua efficace".

 

Parliamo di cimici, l'altro grande problema che deve affrontare la corilicoltura. Solo quella asiatica è responsabile dei danni?

"No, e questa è una novità nello scenario della campagna agraria 2025. Abbiamo osservato che anche le cimici nostrane, come il Gonocerus, hanno causato danni significativi. Complice un giugno molto caldo, si sono sviluppate più del solito, facendo registrare più danni della stessa Halyomorpha halys. È un problema che già conoscevamo, ma quest'anno ha avuto un peso superiore al previsto".

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Sul fronte varietale ci sono novità promettenti?

". Stiamo lavorando su un campo varietale in cui, oltre alla Tonda Gentile come riferimento, testiamo altre varietà come la Biglini, un clone della TGL che si sta dimostrando interessante per produttività e resistenza agli stress. Stiamo anche valutando varietà americane, non per sostituire la Tonda, ma per capire il loro comportamento e ipotizzare incroci. A breve partiremo con una prova su portinnesti, con l'obiettivo di anticipare l'entrata in produzione, che oggi richiede dai cinque ai sette anni".

 

Come ha reagito la filiera a questa annata complicata?

"I prezzi sono molto alti, ma questo non consola chi ha avuto produzioni scarse o nulle. La filiera industriale si trova ad acquistare materia prima a costi insostenibili. Non sappiamo ancora come reagirà. Di certo il rischio è che aumentino gli approvvigionamenti esteri, anche se la situazione non è rosea nemmeno altrove. In Turchia, ad esempio, le gelate hanno ridotto la produzione, così come in altre regioni italiane".

 

In conclusione, cosa serve al comparto per uscire da questa crisi?

"Serve rapidità, ricerca, adattamento. Non possiamo più ragionare come dieci anni fa. Il nocciolo sta cambiando e anche noi dobbiamo cambiare approccio. La buona notizia è che ci sono tante aziende pronte a investire, ma serve supporto tecnico, formazione e una filiera che guardi al lungo periodo. Senza questi elementi, sarà difficile tenere il passo con i cambiamenti in atto".

Autore: Tommaso Cinquemani

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