Cachi: varietà, gestione e mercato

In un impianto di cachi contano scelta varietale, sesto d'impianto, nutrizione, irrigazione e potatura. In Italia cresce l'interesse per questo frutto stagionale e dalla filiera specializzata

Cachi: varietà, gestione e mercato - Plantgest news sulle varietà di piante

Il cachi è una coltura fortemente stagionale ma in crescita fra i giovani consumatori (Foto di archivio)

Fonte immagine: AgroNotizie®

Il cachi (Diospyros kaki) conosciuto come diospiro, caco, kaki o loto/loti del Giappone è un'arborea tipica dell'autunno, radicata in Italia e presente anche nei giardini privati.

 

Le aree di coltivazione principali sono la Campania, famosa per il caco Vaniglia, e l'Emilia Romagna famosa per il Loto di Romagna e per il Rojo Brillante.

 

In queste Regioni la filiera è altamente specializzata per rispondere all'esigenza di programmare la maturazione e per ottimizzare la selezione in magazzino, in modo da essere idoneo per la Grande Distribuzione Organizzata. Questo ha permesso al caco di coprire ad oggi tre mesi di mercato anticipando il kiwi verde e la mela.

 

Un frutto quindi altamente stagionale ma non per nulla banale. In questo articolo si vedono le indicazioni principali per chi valuta un nuovo impianto di cachi o vuole migliorare resa e qualità passando dalla scelta varietale, tecnica colturale, gestione fitosanitaria fino al mercato.

 

Varietà di cachi: una guida

Il Kaki Tipo (che è anche il Loto di Romagna) è la varietà storica più diffusa nei nostri areali.  Appartiene alla tipologia delle cultivar variabili alla fecondazione con frutti astringenti o non astringenti alla raccolta (Vfna) e che necessitano della detannizzazione, di cui parleremo a breve, per poter essere consumati. Dopo questo trattamento la polpa risulta molle e adatta per il consumo al cucchiaio.
La varietà matura nella terza decade di settembre, ha una produttività elevata e frutti arrotondati-circolari.

 

Il caco Vaniglia o caco vanigliato è una varietà originaria della Campania che fa parte, anche questa, della tipologia delle cultivar Vfna. Matura a inizio novembre, è molto produttiva e il frutto ha una polpa che può essere tenera o intermedia.

 

Il Rojo Brillante, di genetica spagnola, appartiene alla tipologia delle cultivar costanti alla fecondazione con frutti astringenti, non eduli alla raccolta (Cfa). Come la tipologia Vfna necessita di un periodo di detannizzazione, però il frutto rimane molto più sodo e adatto ad essere consumato come snack. È una varietà a maturazione tardiva (+12 giorni rispetto al Kaki Tipo) che produce un frutto conico-oblungo con polpa morbida o scarsa.

 

La detannizzazione è un trattamento che utilizza l'anidride carbonica o l'etilene per rendere insolubili i tannini e neutralizzare così l'astringenza. In poche parole, si fa sovramaturare la bacca in modo che diventi dolce e commestibile e nei magazzini di stoccaggio viene fatto all'interno di celle professionali.

 

Si coltivano anche i cachi mela che a differenza di quelli "tradizionali" producono frutti commestibili subito o pochi giorni dopo la raccolta. Questo perché hanno una bassa quantità di tannini e quindi una limitata astringenza. Le varietà più conosciute sono Fuyu, Hana Fuyu, Jiro e O'Gosho.

 

Condizioni pedoclimatiche

Il caco tollera bene terreni poveri, ma se si vuole un frutteto produttivo, sono preferibili quelli franchi e fertili. Per suoli argillosi o tendenzialmente argillosi è bene eseguire una lavorazione profonda, di almeno 50-60 centimetri, anche per evitare eventuali ristagni idrici.

 

Il pH ottimale è quello neutro alcalino (6,2-7,5). Eventualmente sopporta bene anche pH leggermente acidi.

 

Può essere coltivato sia in pianura che in collina però attenzione: è sensibile alle basse temperature invernali, che accorciano la shelf life del frutto, e alle gelate primaverili che causano danni all'albero.

 

Anche le intense piogge possono dare problemi. Alcune varietà, come per esempio, il Loto di Romagna sono particolarmente sensibili. Altre invece come il Rojo Brillante sono meno suscettibili.

 

In questo contesto la crisi climatica sta influenzando il normale ciclo produttivo, basti pensare alle recenti alluvioni o agli inverni sempre più miti. Questi ultimi, soprattutto, accorciano il periodo di maturazione e costringono a riprogrammare i calendari di raccolta.

 

Forme di allevamento, sesti d'impianto e impollinatori

Le forme di allevamento più usate sono la palmetta irregolare, il vaso e la piramide. La scelta della forma è strettamente legata all'areale di coltivazione, per esempio, in Emilia Romagna è tradizione potare gli alberi a palmetta.

 

I sesti d'impianto variano in base alla forma della pianta e alle caratteristiche del terreno. Su un terreno mediamente fertile con la palmetta le distanze sono di circa 3-4 metri per 4,5 metri; con il vaso di circa 4-5 metri per 5 metri e con la piramide di circa 4,5-5,5 metri per 5,5 metri.

 

Negli impianti ad alta densità si prediligono sesti più stretti che vanno valutati in base alla vigoria dell'albero e al parco macchine disponibile.

 

Le principali varietà coltivate oggi hanno una buona capacità di autoimpollinarsi, oltre a sfruttare la naturale impollinazione entomofila tramite gli insetti. Può essere buona norma inserire comunque fra la varietà produttiva degli impollinatori, soprattutto se si coltiva il Kaki Tipo o il cachi Vaniglia.  

 

Gestione colturale

Come abbiamo visto è una specie rustica e adattabile a differenti ambienti di coltivazione. Tuttavia, per mantenere una resa competitiva, il frutteto già avviato necessità di alcune accortezze

 

Nutrizione

In fase di messa a dimora dei giovani alberi (di almeno due anni) si consiglia una concimazione organica con letame maturo o compost.

 

In un terreno franco mediamente fertile in genere si consigliano 100-150 chilogrammi ad ettaro di azoto, 50-70 chilogrammi ad ettaro di fosforo e 70-100 chilogrammi ad ettaro di potassio.

 

Ogni due anni può essere utile intervenire con 40 unità ad ettaro di ossido di magnesio (MgO) per sostenere la fotosintesi fogliare e la crescita della pianta.

 

Irrigazione

È una coltura che non richiede input elevati (600 millimetri all'anno) l'importante è che l'irrigazione sia disponibile in primavera e in estate. In particolare, bisogna prestare attenzione ai periodi siccitosi per scongiurare lo stress idrico e non compromettere la produzione dell'anno.

 

Soffre il ristagno idrico quindi è consigliato non eccedere con le bagnature. Il suolo comunque deve essere ben lavorato, un'accortezza che il produttore deve considerare già prima della messa a dimora degli alberi.

 

Potature e diradamenti

In genere, la potatura viene eseguita in due momenti: al riposo vegetativo e in primavera-estate. L'obiettivo è quello di modellare alberi compatti e non eccessivamente alti che producono meno frutti ma di alta qualità.

 

La potatura nel riposo vegetativo si applica a partire dal primo anno di impianto selezionando i rami improduttivi e secchi per ridare forma in volume all'albero. 

 

È bene sapere che il cachi fruttifica sui rami dell'anno e i rami tagliati hanno un'elevata capacità di rigenerarsi, consentendo di eseguire la potatura e la speronatura anche alla fine dell'inverno.

 

Particolarmente interessante è la "potatura Mataix” per la gestione dei succhioni, ovvero ramificazioni molto vigorose che in frutticoltura sono considerate problematiche per la produzione.

 

Se il succhione viene completamente eliminato causerebbe la perdita di potenziale rigenerativo e di fruttificazione della branca principale. Mentre, se accorciato in inverno causerebbe, nella primavera successiva, l'emissione di altre ramificazioni vigorose e non produttive, sbilanciando così l'equilibrio della chioma.

 

Il metodo Mataix suggerisce quindi di potarli in estate, di almeno 30-50 centimetri, in tre momenti distanti fra loro da giugno fino ad agosto. Un consiglio è quello di accorciare 1/3 del numero totale per volta di succhioni e non tutti assieme, in modo da non accentuare la cascola dei frutti.

 

Controllo dei parassiti e delle malattie

La specie non soffre di particolari fisiopatie. Si segnala come principale insetto dannoso la mosca mediterranea (Ceratitis capitata) che rovina i frutti alla raccolta. Vista la limitata disponibilità di principi attivi è importante il monitoraggio degli adulti, tramite trappole a ferormoni o cromotropiche, e la lotta integrata.

 

Mercato del cachi in Italia e in Europa

A livello europeo il primo paese produttore è la Spagna, seguito dall'Italia.

 

Nel nostro Paese il cachi ha ancora ampi margini di crescita, difatti è il frutto preferito dal 12% dei consumatori italiani (dati NielsenIQ).

 

Più nello specifico in Emilia Romagna il settore sta registrando un trend positivo, sostenuto da investimenti tecnologici e da una strategia di valorizzazione orientata alla qualità e ai mercati europei. Questo perché attualmente si nota un ritorno d'interesse verso i frutti autunnali e i consumatori più giovani sono attratti dalle varietà a polpa soda.
Inoltre, si sottolinea una crescita del caco coltivato in biologico grazie alla sua spiccata rusticità e adattabilità.

Autore: Chiara Gallo

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