Triticale Triticale

Triticale - Plantgest.com
Descrizione della pianta
Il triticale (x Triticosecale Wittmack) è un cereale autunno-vernino nato dall'incrocio tra segale e frumento tenero. Inizialmente è stato selezionato come cereale da granella mentre oggi sta avendo sempre maggiore importanza per la produzione di massa verde sia per uso zootecnico che per uso bioenergetico. E' diviso in due principali tipologie, in base al periodo: inverno e primavera.
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Il triticale è coltura versatile grazie alla sue caratteristiche botaniche, che dipendono dal processo d'ibridazione delle piante genitori. In linea generale possiamo dire il triticale ha un apparato radicale composto da 3/5 radici seminali, mentre le sue foglie sono più larghe e più ricche di stomi rispetto al comune frumento. Le spighe, di notevoli dimensioni, producono da 60 a 150 cariossidi.

Dall'incorcio tra tra frumento duro e segale si ottengono triticali primari esaploidi (numero cromosomico 2n = 42) mentre dall'incroncio tra frumento tenero e segale si ottengono triticali ottoploidi primari (2n = 56). In entrambi casi i triticali primari sono sterili devono essere resi fertili attraverso raddoppiamento con colchicina e ricombinando i triticali primari tra loro o con il frumento sia tenero che duro. I triticali ottoploidi sono stati in gran parte abbandonati perchè meno produttivi e più difficili da coltivare.
Il triticale presenta una buona adattabilità a diversi tipi di suolo, anche più difficili. E' considerato una pianta tollerante alla salinità del terreno. Pur essendo una pianta decisamente rustica ha una variabilità rispetto alla resistenza al freddo, influenzata dalla scelta della varietà. 
E' importante la distinzione tra triticali invernali e triticali primaverili. Quest’ultimi sono più adatti ai climi mediterranei. Il triticale in generale è resistente al freddo, alle gelate tardive. Nei confronti della siccità primaverile e delle alte temperature il triticale risulta abbastanza sensibile risentendo alla 'stretta da caldo', che può compromettere la quantità e qualità del raccolto.
Il triticale, come i due progenitori (frumento e segale), è una coltura sfruttante e, in quanto tale, nell’ordinamento colturale succede bene a colture miglioratrici. Ovviamente è sempre da evitare la monosuccessione o la successione ad altri cereali a paglia, sia per problemi fitosanitari, sia per una progressiva riduzione della fertilità del terreno.
L'epoca di semina del triticale varia in funzione dell'ambiente di coltivazione. A parità di condizioni pedo-climatiche, per la produzione di triticale da granella la semina autunnale può essere contemporanea a quella del frumento. Per la coltura da erbaio la semina, invece, è solitamente anticipata a fine estate-inizio autunno (tra fine agosto e settembre). 
La dose di seme impiegata varia generalmente tra i 150 e i 200 kg/ha, con una densità di circa 300-350 semi germinabili a metro quadrato; tuttavia questa dose può essere leggermente aumentata (circa un 20% in più) in caso di condizioni pedo-climatiche particolarmente sfavorevoli, semine autunnali eccessivamente ritardate, coltivazione da erbaio. Di solito il seme è distribuito il seme a 2-3 cm di profondità, con una distanza tra le file di circa 20-30 cm.
Trattandosi di un cereale autunno-vernino, per esso non sono normalmente previste irrigazioni, in quanto sono da ritenersi sufficienti gli apporti idrici naturali.
Il triticale può essere utilizzato sia per l’alimentazione umana che per l'alimentazione animale. In quest'ultimo caso avremo sia granella, che foraggio verde, che insilato allo stadio di maturazione latteo-cerosa. L’impiego per l’alimentazione umana è indirizzato prevalentemente alla produzione di pane e altri prodotti da forno, ma con una diffusione non molto ampia, nonostante il miglior bilancio amminoacidico e la maggiore digeribilità e valore biologico delle proteine.

È possibile anche l’impiego del triticale per la produzione di malto da birra in miscela con l’orzo fino al 10% del prodotto finale. La raccolta può essere effettuata con le normali mietitrebbiatrici da frumento opportunamente regolate. L’epoca di raccolta è un aspetto fondamentale da gestire con attenzione e varia in funzione della destinazione del prodotto. Se impiegato come foraggio verde, il triticale dovrà essere raccolto non oltre la spigatura (in condizioni ordinarie verso aprile), perché raccolte ritardate ne riducono l’appetibilità ed il valore nutritivo.

L’uso come foraggio da insilamento prevede la raccolta allo stadio di maturazione latteo-cerosa. Nel caso di raccolta del triticale da granella, la raccolta dovrà essere abbastanza tempestiva. È conveniente raccogliere anche con un certo anticipo, circa 5-7 giorni prima della maturazione completa, quindi con un’umidità della granella un po’ più elevata (intorno al 20%), facendo però attenzione alla regolazione delle mietitrebbiatrici.
Nutriente come il frumento e ricco di lisina proprio come la segale, questo alimento vanta un apporto nutritivo completo. Il triticale fornisce 336 kcal per 100 grammi. E' costituito da circa il 67% di carboidrati, il 19,7% di proteine, il 3,1% di fibre e l'1,6% di grassi. Il restante 8,6% è costituito da acqua. Tra i sali minerali si ritrova il calcio (tracce) ed il fosforo (tracce); tra gli aminoacidi, quelli presenti in maggiore quantità sono la  leucina (1.23%), la valina (0,93%), la fenilalanina (0,85%) e l'arginina (0.80%).

 
Valori nutrizionali per 100 g di prodotto fresco
Acqua 12.50 g
Proteine 9.20 g
Calcio 15.00 mg
Carboidrati 75.10 g
Zuccheri semplici 2.50 g
Sodio 35.00 mg
Potassio 287.00 mg
Ferro 2.40 mg
Vitamina B1 tiamina 0.36 mg
Vitamina A 62.00 yg

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