Reportage

Agrumi, per il Mipaaft è sì

Dall'incontro del 5 novembre a Roma emerge che gli agrumi made in Italy avranno maggiore attenzione da parte del Governo. Pronto l'accordo con la Cina per l'export via aereo

Agrumi, per il Mipaaft è sì - Plantgest news sulle varietà di piante

Fonte immagine: © Ulleo - Pixabay

L'agrumicoltura italiana soffre da anni le difficoltà di buona parte dell'ortofrutticoltura italiana: una scarsa competitività a causa delle dimensioni troppo piccole della filiera e di un sistema che non è ancora un vero e proprio 'sistema'. Le aziende sempre più spesso cercano d'internazionalizzarsi ma si trovano da sole ad affrontare problemi più grandi di loro, senza purtroppo che ci sia un unico filo conduttore nazionale.

Per cercare di trovare una possibile soluzione a questa criticità nella mattinata del 5 novembre 2018 - presso il Mipaaft-Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo - si è tenuto un incontro tra Governo italiano e protagonisti della filiera agrumicola made in Italy allo scopo di approfondire le principali problematiche del settore ed individuarne le possibili soluzioni. "Le esigenze segnalate da parte della filiera - spiega il sottosegratario Alessandra Pesce, in una nota del Ministero - sono state: realizzazione del catasto agrumicolo nazionale, riconversione varietale accompagnata dalla ricerca, rafforzamento dei contratti di filieraazioni di promozione ed informazione dei consumatori, attenzione agli scambi commerciali nel rispetto delle reciprocità delle regole produttive. Per cercare di raggiungere questi obiettivi stiamo lavorando ad un Decreto Attuativo per l'utilizzo del Fondo Agrumi da 10 milioni di euro per gli anni 2018-2020. Le azioni nel decreto dovranno dare risposte concrete agli operatori del settore. Questo lavoro è propedeutico alla messa a punto di un piano agrumicolo in un comparto produttivo d'eccellenza per il nostro Mezzogiorno".

 

 
Si sta lavorando ad un Decreto Attuativo per l'utilizzo del Fondo Agrumi da 10 milioni di euro
(Fonte foto: © StockSnap - Pixabay)


Questa proposta d'intesa potrebbe rappresentare un trampolino di lancio anche per l'export, visto anche il contemporaneo annuncio di Luigi Di Maio, vicepremier e ministro dello Sviluppo economico: "Stiamo raggiungendo un'intesa importante sugli agrumi italiani, che prima non potevano essere esportati in Cina in aereo ma solo attraverso le navi. Un export che non era competitivo. Con il nuovo accordo raggiunto in queste ore i nostri agricoltori potranno esportare agrumi italiani perché abbiamo abbattuto delle barriere non tariffarie che la Cina aveva"

“È necessario accelerare l’adozione del decreto attuativo - sottolinea Agrinsieme in un comunicato - per poter utilizzare le risorse del fondo agrumicolo; occorre adottare il provvedimento entro la fine del 2018 e su questo punto abbiamo apprezzato l’impegno preciso del Sottosegretario Pesce. Concordiamo con le priorità delineate per rilanciare il settore: il rafforzamento dei controlli fitosanitari sulle importazioni provenienti dai Paesi Terzi; identificare l’origine dei prodotti; una maggiore attenzione alle problematiche connesse agli scambi commerciali e all’apertura dei mercati; la costituzione di un catasto agrumicolo; la ristrutturazione del comparto attraverso il coinvolgimento della filiera; il rinnovamento varietale e il trasferimento dell’innovazione; la predisposizione di una attività di comunicazione e promozione istituzionale per incentivare il consumo di agrumi italiani. Nel medio e nel lungo periodo si lavorerà per strutturare un piano agrumicolo di settore pluriennale, che possa costituire un punto di riferimento per l’organizzazione del comparto, sia in termini di produzione che di commercializzazione e internazionalizzazione. Accogliamo con soddisfazione l’intesa annunciata oggi dal Governo, grazie alla quale gli agrumi italiani potranno essere esportati in Cina anche in via aerea, e non solo per nave, dando così un maggiore impulso allo sviluppo dell’export nazionale. Sempre nell’ottica di un rilancio del comparto, ribadiamo l’importanza di dare maggiore attenzione all’aggregazione, attraverso il coinvolgimento delle Organizzazioni dei produttori nella gestione di alcune delle iniziative previste”.

 


La Cina è più vicina per gli agrumi made in Italy
(Fonte foto: © Distretto agrumi di Sicilia)


"L'incontro è stato positivo - spiega Federica Argentati, presidente del Distretto degli agrumi di Sicilia -. Il sottosegretario ci ha confermato di essere al lavoro per rendere effettivo l'utilizzo, entro l'anno, del Fondo Agrumi da 10 milioni di euro: non bastano ma possono costituire un interessante inizio. Il Distretto ha rinnovato al Ministero l'invito ad aiutare la filiera agrumicola nazionale a fare sistema, valorizzando, le produzioni d'eccellenza (Dop, Igp e Biologiche): da un lato, giocando 'in difesa' con maggiori controlli fitosanitari sull'import e sostenendo la ristrutturazione degli agrumeti colpiti dal Tristeza Virus; dall'altro invitando a giocare 'd'attacco' con un efficace piano di comunicazione verso i consumatori per valorizzare la qualità del nostro prodotto e supportare la diffusione di spremiagrumi automatiche nelle scuole e negli ospedali. Non dimentichiamo inoltre che è necessario avere una normativa che sia in grado di tutelare le nostre produzioni trasformate attraverso percorsi di tracciabilità ed etichettatura efficaci. A questo fine abbiamo accolto con favore l'intento di siglare un protocollo con il Ministero della Salute per valorizzare le qualità salutistiche degli agrumi".

"Accolgo in modo favorevole la notizia data del vicepremier Di Maio sull'intesa con il governo cinese per l'export degli agrumi via aereo - conclude Argentati -. E' un traguardo che ci apre scenari nuovi: ad esempio portare in Cina le arance siciliane già a febbraio, in occasione del Capodanno cinese. Adesso aspetteremo i dettagli dell'accordo e lavoreremo per accompagnare le imprese nel percorso per sfruttare pienamente questa opportunità".

 
Mandarini pronti ad essere consumati
Lukas - Pixabay


"È necessario accelerare l'adozione del decreto attuativo - spiega Gerardo Diana, presidente della FNP Agrumi di Confagricoltura - per poter utilizzare le risorse del fondo agrumicolo. Occorre adottare il provvedimento entro la fine del 2018 e su questo punto abbiamo apprezzato l'impegno preciso del Sottosegretario Pesce. Concordiamo con le priorità delineate per rilanciare il settore, ovvero: il rafforzamento dei controlli fitosanitari sulle importazioni provenienti dai Paesi Terzi, nonché sull'origine degli stessi; una maggiore attenzione alle problematiche connesse agli scambi commerciali e all'apertura dei mercati; la costituzione di un catasto agrumicolo; la ristrutturazione del comparto attraverso il coinvolgimento della filiera; il rinnovamento varietale e il trasferimento dell'innovazione; la predisposizione di una attività di comunicazione e promozione istituzionale per incentivare il consumo di agrumi italiani".
Elemento essenziale per il sistema - secondo Confagricoltura - è la difesa fitosanitaria intesa come maggiori controlli sugli agrumi importati per verificare l'assenza di fitopatie che, se entrassero in Unione europea, sarebbero fatali per la sopravvivenza del comparto (CBS e Greening in primis). In questo senso, il presidente della FNP di Confagricoltura Diana ha chiesto di indicare il numero d'intercettazioni oltre il quale dovrebbe scattare il blocco delle importazioni e di porre maggiore attenzione al concetto di reciprocità, soprattutto in fase di negoziazione degli scambi con i Paesi Terzi.

Autore: Lorenzo Cricca
© Plantgest - riproduzione riservata

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