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Frutta tropicale, cosa serve per coltivarla

Avocado, mango, frutto della passione, litchi, papaya sono solo alcuni delle piante di frutta esotica che oggi sono coltivate in Italia. Plantgest vi dà alcune indicazioni agronomiche e varietali per coltivare queste cultivar in Italia, attraverso anche la storia di alcuni agricoltori e tecnici che ci hanno provato e ci sono riusciti.

Frutta tropicale, cosa serve per coltivarla - Plantgest news sulle varietà di piante

La frutta tropicale è sempre più consumata in Italia e in Europa, guardando però ad una produzione italiana ed europea

Fonte immagine: © Yaruniv Studio - Adobe Stock

Le colture da frutta tropicale (avocado, mango, frutto della passione, papaya, litchi per citarne alcune) stanno prendendo sempre più piede in alcune aree del sud Italia, e in particolare in Sicilia. La scelta di mettere a dimora queste numerose piante di frutta esotica (piante di avocado, piante di mango, piante di frutto della passione ad esempio) è legata sia al cambiamento climatico in corso, che sta rendendo queste aree adatte alla loro coltivazione, e sia all'elevata richiesta del mercato nazionale ed europeo dei frutti tropicali, con particolare riferimento a quelli made in Italy e made in Sicily. Il consumo italiano di avocado è passato dalle 3.600 tonnellate del 2007 alle oltre 13mila del 2016 (+261%) e quello del mango dalle 4.500 tonnellate del 2007 alle quasi novemila del 2016.

Dobbiamo sottolineare che una recente indagine di Coldiretti ha certificato che oltre sei italiani su 10 (61%) acquisterebbero banane, manghi ed avocadi italiani se li avessero a disposizione invece di quelli stranieri. Mentre per il 71% dei cittadini sarebbe inoltre disposto a pagare di più per avere la garanzia dell'origine nazionale dei tropicali. Una scelta motivata dal maggiore grado freschezza, dalla migliore qualità organolettica ma anche dal fatto che l'Italia è al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,8%), quota inferiore di 1,6 volte alla media dell'Unione Europea (1,3%) e ben 7 volte a quella dei Paesi extracomunitari (5,5%).

Le coltivazioni di piante frutticole tropicali stanno iniziando così un processo di sostituzione delle tradizionali coltivazioni frutticole, nell'areale sud dell'Italia, come agrumi (arance e limoni in primis), drupacee (pesco e albicocco) ed olivo. Anche le orticole iniziano ad essere soggette a questa sostituzione. La coltivazione dei frutti tropicali però non è così facile. Ecco alcune informazioni agronomiche e varietali su quattro delle principali specie tropicali coltivate in Italia: avocado, mango, frutto della passione e litchi (lichees o lici). In questo modo gli agricoltori interessati potranno inziare a capire come coltivare queste piante tropicali. Complessivamente si stimano in Italia nel 2018 oltre 500 ettari di coltivazioni di frutta fresca di origine tropicale, con un incremento di 60 volte nel giro di appena cinque anni.

 
Frutto d'avocado prodotti in Sicilia, alle pendice dell'Etna
Gli avocadi siciliani, polpa cremosa e burrosa, sapore dolce e delicato
(Fonte foto: © Sicilia Avocado)
 

AVOCADO, 100% BORN IN SICILY

Ambiente e terreno dell'avocado: Se facciamo riferimento alla Sicilia l'areale di maggiore coltivazione dell'avocado sono le provincie di Messina, Acireale e Catania mentre in Calabria è la Provincia di Gioia Tauro (RC). E' una pianta che ama il pieno sole e la luce intensa. Si adatta bene a qualsiasi tipo di terreno ma è preferibile un terreno di medio impasto, tendenzialmente sciolto e ben drenato per evitare ristagni idrici. Non adatti i terreni troppo argillosi, calcarei o salmastri. Il pH del terreno deve essere neutro o al massimo leggermente acido. Attenzione agli sbalzi termici: una lieve gelata può provocare danni sulle foglie, mentre gelate più prolungate possono compromettere la produzione ed arrecare danni alla pianta (fino anche alla morte). Temperature comunque sotto i 4°C, se prolungate, sono dannose. Gli impianti di avocado se posti in zone ventose vanno protetti con barriere frangivento.

Acqua e concimazione dell'avocado: Per quanto riguarda il fabbisogno idrico, si può fare riferimento alle esigenze di un agrumeto: tra i 6mila e i 10mila metri cubi di acqua all’anno distribuiti lungo tutta la stagione vegetoproduttiva, con particolare attenzione durante i mesi caldi. L’avocado però presenta una certa sensibilità alla qualità dell'acqua: tra i parametri più indicativi la concentrazione di cloruri che non dovrebbe mai superare i 110 ppm per piante con portinnesti sensibile e i 350 ppm con portinnesti tolleranti. Dal punto di vista della concimazione l’avocado non è molto diverso rispetto a quello degli agrumi in genere. Tuttavia si devono impiegare dosi inferiori di azoto, stimate all'incirca in 150 kg in un terreno dotato di buona fertilità, mentre per il fosforo ed il potassio devono essere riforniti a seconda della reale necessità del terreno.

Allevamento dell'avocado: La forma d'allevamento è a vaso con aspetto tondeggiante, con piante alte 4-5 metri. Inizia a produrre al 3° anno d'età: in piena produzione la quantità media è di circa 15 tonnellate di prodotto ad ettaro. Le distanze tra le piante di avocado sono variabili a seconda delle caratteristiche del terreno e del tipo di allevamento adottato: generalmente sono adottate distanze di 7x7 metri (circa 200 piante/ha) e 6x5 metri (circa 400 piante/ha). Recentemente si stanno sperimentando impianti ad alta densità con distanze di 2,5x2,5 metri (circa 1000 piante/ha). A seconda delle caratteristiche pedologiche e climatiche è importante la scelta del giusto portinnesto o portainnesto di avocado (Duke 7 e Toro Canyon in primis, portinnesti clonali che evitano i problemi della riproduzione sessuale o per seme). Importante è l'aspetto dell'impollinazione: le varietà si dividono in due gruppi fiorali, quello A e quello B. L'avocado infatti presenta una spiccata dicogamia sincronizzata, meccanismo che impedisce l'autoimpollinazione e l'impollinazione all'interno dello stesso gruppo fiorale. Per questo motivo è necessario creare impianti con varietà di entrambi i gruppi fiorali (almeno in piccola parte). Le piante di avocado necessitano di una grande fonte di luce per crescere e germogliare, e sopratutto di un discreto spazio. Questo aspetto deve essere tenuto in considerazione nell'allevamento e nella potatura. L’avocado è una pianta molto sensibile al Phytophthora cinnamomi.

Le varietà dell'avocado: oggi in Italia si produce da settembre a giugno grazie alle varietà di avocado che sono state scelte: Zutari (settembre-Gruppo Fiorale B); Bacon, Fuerte, Pinkerton (da settembre a maggio: rispettivamente G.F. B, G.F. B e G.F. A); Hass, Reed (da gennaio a giugno: rispettivamente G.F. A e G.F. A).

Un produttore di avocado racconta: "Grazie alle condizioni pedoclimatiche dell'ambiente siciliano - spiega Sicilia Avocado nel proprio sito internet - il nostro avocado ha delle qualità e delle caratteristiche uniche: il sapore è dolce e delicato, la polpa del frutto è burrosa e cremosa. Ogni avocado è raccolto da mani esperte, trasferito in magazzino e scrupolosamente selezionato prima della spedizione, effettuata entro 24/48 ore dalla raccolta. A differenza dei frutti provenienti dal Sud America e da altri paesi tropicali, che arrivano al consumatore dopo una lunga filiera dalla raccolta, Sicilia Avocado garantisce sulle tavole italiane un prodotto sempre fresco ed eccellente. Negli ultimi anni ci siamo aperti anche al mercato europeo".


 
Mango in Siclia, rosso e dolce  e con un profumo inebriante
Mango in Sicilia: rosso, dolce e con un profumo inebriante
(Fonte foto: Cupitur Srl e Vittorio Farina dell'Univ.Palermo)
 

MANGO, TRADIZIONE SICILIANA

Ambiente e terreno del mango: Da diverso tempo piante di mango vengono coltivate nelle regioni più calde dell’Italia, in particolare Calabria e Sicilia. In Sicilia l’albero viene coltivato nei comuni di Balestrate (Palermo), Alcamo (Trapani) Caronia, Sant’Agata di Militello, Milazzo e Acquedolci (Messina) ed a Fiumefreddo di Sicilia (Catania). Il mango ama essere esposto in pieno sole ed in piena luce e si adatta ad un’ampia gamma di terreni, purché ben drenanti e con tessitura 'franco-sabbiosa' o 'franco-argillosa'. Da evitare assolutamente i ristagni idrici. La reazione ideale del pH è compresa tra i 5,5 e i 6,5 (tollerato fino a 7,5). Teme temperature invernali inferiori a circa 2° C, in funzione dell’età della pianta e della varietà. Nelle aree costiere o comunque più esposte al vento viene spesso fatto ricorso ai frangivento ed alla protezione delle piante.

Acqua e concimazione del mango: L’albero del mango ha le stesse esigenze di un limone o di un arancio, in linea generale. Il massimo fabbisogno idrico si ha dall'8° anno d'età: da 60 a 120 litri alla settimana per pianta. Se si ipotizzano circa 666 piante ad ettaro il valore è di 80m2/ettaro. L'impianto irriguo migliore è quello a goccia. La richiesta di nutrienti per il mango non è particolarmente elevata: è opportuno applicare regolarmente concime organico dopo la fioritura per realizzare adeguate fruttificazioni e produzioni.

Allevamento del mango: E' pianta pianta autofertile che non rende necessaria l’impollinazione incrociata. Oggi il portinnesto più usato è il Gomera 3. In Italia le piante mantengono una taglia ridotta, che permettono sesti d'impianto di 4x4 metri, 5x4 metri e 6x6 metri, variabili in funzione della vigoria della cultivar. La forma d'allevamento più usata è quella globosa, anche per permettere ai frutti - principalmente concentrati sulla parte esterna della chioma - d'intercettare più luce possibile. Necessita in generale di molta acqua, con il bisogno di evitare stress idrici. In generale, possiamo dire che l’albero di mango ha le stesse esigenze nutrizionali di un limone o di un arancio.

Le varietà del mango: L'epoca di raccolta va dalla fine di agosto alla prima settimana di novembre: apre il calendario la varietà Glenn, che matura nel mese di agosto, e lo chiude Keitt, che arriva sulle nostre tavole a novembre. All’interno di questo periodo maturano Tommy Atkins, Kent, Kensington Pride, Maya e Osteen.

Un produttore di mango racconta: "Il mango made in Sicily - spiega Pietro Cuccio, titolare dell'azienda Cupitur Srl, in una recente intervista per AgroNotizie - presenta aspetti organolettici unici. Per prima cosa si affaccia al mercato europeo e mondiale in un periodo in controstagione rispetto a quello della concorrenza internazionale. Inoltre riusciamo ad ottenere frutti molto colorati, dall'elevato grado zuccherino (si raggiungono i 16-18° brix, rispetto ai 7-8° brix del prodotto estero) e molto succosi".
"Le nostre coltivazioni di mango - spiega l'Azienda Agricola Bianco Rosalia, detentrice del marchio Papamango, sul sito internet - sono fatte in ambienti dalle condizioni climatiche straordinarie. I filari dei nostri mangheti si posano su 4 ettari di terreno: 13 ettari complessivi coltivati a frutta tropicale. Il mango lo coccoliamo, lo rispettiamo e lo proteggiamo in tutte le fasi della sua crescita, dalla fioritura alla raccolta. Il risultato è un prodotto dal profumo intenso ed inebriante e dalla polpa dolce e succosa".


 
Frutto della passione in Sicilia: dolce, ottima pezzatura e pieno di polpa
Frutto della passione in Sicilia: dolce, ottima pezzatura e pieno di polpa
(Fonte froto: © Sicilian Passion)
 

FRUTTO DELLA PASSIONE, EMOZIONE DALLA SICILIA

Ambiente e terreno del frutto della passione: La Passiflora edulis, conosciuta anche come frutto della passione e Maracuja, è un arbusto dal fusto rampicante e sarmentoso dotato di viticci che gli permettono di aggrapparsi ad eventuali elementi di sostegno. Come tutti i frutti tropicali gradisce il caldo e la luce. La pianta di maracuja vive bene se la temperatura non scende mai sotto ai 5 °C. Per questo motivo è molto importante evitare gelate o prolungate esposizioni alle basse temperature. Il terreno preferito è quello di medio impasto e tendenzialmente sciolto: no quindi ai ristagni idrici.

Acqua e concimazione del frutto della passione: Ha bisogno di molta umidità: per questo motivo le irrigazioni devono essere abbondanti, soprattutto nel periodo estivo. Importanti sono la 'pacciamatura' della zona lunga la fila (per fornire protezione alle radici ed evitare la crescita di erbacce) ed una buona concimazione organica. Le piante sono autocompatibili, e per questo motivo la stessa pianta può impollinarsi da sola rendendo inutile la necessità di impollinatori specifici all'interno dell'impianto.

Le varietà del frutto della passione: Si raccoglie in modo scalare da luglio fino a febbraio. E’ possibile trovare due principali tipi di frutto della passione: quello che troviamo più spesso negli scaffali è la maracujà viola (Passiflora edulis), che ha la buccia viola scuro ed è di dimensioni più piccole rispetto alla maracujà gialla (Passiflora edulis flavicarpa).

Un produttore di frutto della passione racconta: "Quella di Sicilian Passion è una storia recente - spiega Sicilian Passsion sul suo sito internet -. Un cammino che parte dal 2013 e che ha portato la nostrab azienda ad essere il primo impianto a scopo commerciale in Italia, con più di tre ettari di superficie coltivata e 4mila piante che danno un prodotto unico. Il colore è rosso violaceo, intenso, caratteristico del frutto maturo al 100%. Il contenuto di polpa è tale da non lasciare vuoti all’interno dei frutti, per questo motivo il peso specifico varia da 80 a 120 grammi. Il sapore è molto dolce (18-19° brix) con un leggero retrogusto acido, tipico del Passion Fruit".

 
Lici o Litchi (ciliegio cinese): dolce e dal sapore di uva moscata
Il Litchi o lici in Sicilia: polpa bianca, traslucida, dolce, succosa e con aroma di uva moscata
(Fonte foto: Cupitur Srl e Vittorio Farina dell'Univ.Palermo)


LITCHI, UNA NUOVA SFIDA

Ambiente e terreno del litchi: L’albero di litchi ha lo stesso areale di coltivazione del limone. L’albero adulto del litchi preferisce luoghi soleggiati e ben esposti. Attenzione però con gli alberi giovani (primi 2-3 anni di vita) in cui è opportuno ripararli dal sole e dai venti forti. No alle gelate e no alle prolungate temperature al di sotto dei -4 C°, dove la pianta può anche rischiare di morire. Gradisce i terreni profondi, ben drenati, ricchi di sostanza organica (quindi non calcarei). Il pH ottimale del terreno è quello neutro, al massimo subacido.

Acqua e concimazione del litchi: A livello idrico il litchi è una pianta molto esigente, specie nel periodo estivo. Se in estate, come sovente avviene, le precipitazioni non sono abbondanti, è necessario eseguire irrigazioni non abbondanti ma regolari nel tempo. La concimazione del litchi si comincia ad effettuare ad un anno dall'impianto, con letame. A partire dalla primavera, continuando poi ogni 3 mesi, queste giovani piantine possono essere concimate con fertilizzanti a base di fosforo e potassio. L'albero adulto, invece, ha maggiore bisogno di azoto per favorire la fruttificazione. Attenzione però a non eccedere con l'azoto, in quanto si potrebbe creare un ambiente adatto all'attacco di afidi ed acari, principali avversità di questa cultivar.

Allevamento del litchi: La moltiplicazione dell’albero di litchi avviene, di norma, per margotta, più di rado per talea. In vivaio si può moltiplicare la pianta per innesto. E' specie autocompatibile, per cui non ha bisogno d'impollinatori specifici. Per quanto riguarda il portinnesto va usato un franco da seme, innestato poi sulla varietà prescelta. Il sesto d’impianto ottimale è di 5×5 metri. Il litchi ha bisogno di una potatura di formazione nei primi anni di vita. Occorre tenere ben pulita la base dell'albero e realizzare una struttura a chioma espansa o a cono aperto. In età adulta sarà sufficiente un lavoro di rimozione dei rami danneggiati, morti e che si sviluppano in versi sbagliati. Terminata la raccolta è bene ridurre del 30% la lunghezza dei rami, per stimolarne la ricrescita e la fioritura. A partire dal 15° anno di vita, se la pianta diventa meno produttiva, è utile una drastica potatura di rinnovamento tagliando i rami vecchi.

Le varietà del litchi: La maturazione dei frutti avviene dalla tarda primavera all’estate. Le principali varietà che sono soggetto di attività di sperimentazione in Italia e che attualmente vengono scelte dai produttori italiani sono: Kway May, Whai-Chee, Tai-so, Mc-Leine, Brewster.


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Autore: Lorenzo Cricca
© Plantgest - riproduzione riservata

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