Come fare per…

Tremate tremate le gelate sono tornate

Sono di diversi tipi ma alla fine creano un grande danno alle produzioni agricole. Come può difendersi l'agricoltore? Guardiamo quali sono i metodi.

Tremate tremate le gelate sono tornate - Plantgest news sulle varietà di piante

Ogni anno in primavera le produzioni frutticole ed orticole italiane sono in pericolo perchè le gelate sono sempre in agguato

Fonte immagine: © ZU09 - IStockPhoto

Tanti sono i pericoli con cui quotidianamente deve confrontarsi l'agricoltore. Dopo tutto il tetto sotto il quale lavora si chiama cielo, e sappiamo quanto sia 'pazzerrello'. Tra questi pericoli ci sono le gelate, soprattutto quelle tardive e primaverili, che causano danni ingenti sia dal punto di vista agronomico che economico.
Ogni coltura, arborea o orticola che sia, ne soffre in modo diverso: a seconda della pianta, della varietà, dell'intensità, del periodo vegetativo della pianta e della stagione in cui si manifestano. Negli ultimi anni si è registrato un incremento generalizzato delle sue manifestazioni e dei suoi danni, su tutti gli areali produttivi italiani. Il cambiamento climatico ha sicuramento influito su questo trend. L’area della pianura Padana è una di quelle più colpite.

Diamo un'occhiata alla Romagna. Quest'anno ad esempio nella notte tra il 27 e il 28 febbraio 2018 nel faentino la temperatura è scesa sotto i -8°C. Nel periodo antecendente le temperature erano state sopra la media stagionale che avevano 'invogliato' le piante ad iniziare il loro risveglio dal letargo invernale. Un bel problema per gli agricoltori e per il futuro produttivo delle piante. 
Così i frutticoltori sono stati costretti a misure drastiche per evitare che il gelo potesse ‘bruciare’ le gemme degli alberi da frutto e delle viti. Tra tutti si segnala l'azienda agricola 'La Germana' della famiglia Conti di Sarna, piccolo borgo tra Faenza e Brisighella (RA). "Per difenderci abbiamo sparso lungo i filari delle nostri piante da frutto piccoli bidoni contenente della cera particolare a cui abbiamo dato fuoco. Questi hanno permesso di 'scaldare' le piante ed evitare danni irreparabili. Nel nostro caso abbiamo usato circa 350 bidoni per ettaro di coltivazione".
 
Un impianto antibrina per difendersi delle gelate primaverili
Un impianto antibrina contro le gelate primaverili, una soluzione attiva da Netafim
(Fonte foto: ©Netafim - blog.netafim.it)
 

Tipi di gelate

Da un punto di vista agronomico e climatico esistono diverse tipologie di gelate.
  • Gelata da irraggiamento: l’aria è più fredda vicino al suolo e più calda negli strati più alti (a partire da circa 2 metri d'altezza). E' tanto più intensa quanto più l’aria è limpida e tersa, l’umidità dell’aria è bassa e non vi è vento. Queste sono le gelate tipiche della pianura Padana e in qualche modo possono essere controllate;
  • Gelata da avvezione: l'aria fredda a livello continentale viene trasportata in massa dal vento. Può durare anche diversi giorni. E' sicuramente molto difficile da controllare;
  • Gelata da evaporazione: meno frequente ma assai pericolosa, avviene quando la pianta è bagnata (rugiada o pioggia) e l’umidità si abbassa velocemente (vento). In tale situazione si ha la cessione di calore dalla pianta all’aria con rapido abbassamento di temperatura del vegetale stesso. Si formano così grandi strutture di ghiaccio simili ad un rivestimento di brina spessa. Viene considerata una fase intermedia tra la brina e la galaverna, con cui spesso è confuso.

I tre tipi di gelate spesso si intersecano tra di loro. Ad esempio nell'areale della pianura Padana può essere la combinazione di una gelata da avvenzione e di una per irraggiamento. Vediamo nel dettaglio: una grande masse di aria fredda che si sposta dal nord-est europeo (caratterizzata da vento secco) verso il nostro Paese, abbassando le temperature medie. L'abbassamento delle temperature e dell’umidità relativa innesca una forte stabilità atmosferica che durante la notte, a causa di un’abbondante perdita di calore (irraggiamento notturno), porterà le temperature ad abbassarsi ulteriormente e sotto la soglia critica.
Nella pianura Padana le gelate tendono a manifestarsi in annate con primavere anticipate e caratterizzate dai fenomeni di bassa umidità relativa (che sempre più spesso si manifestano). L’inizio del periodo critico delle gelate si ha quindi alla ripresa vegetativa ed è in questo momento che vanno quindi concentrati i maggiori sforzi. 

 
Un frutteto con pesche pronte per essere raccolte
La gelata può provocare danni diretti ed indiritti, sia alla produzione che alla pianta (Fonte foto: ©AgroNotizie.it)
 

Come si difende l'agricoltore?

Una vera soluzione non esiste, è impossibile difendersi completamente dalle gelate. Ma qualche cosa sicuramente si può fare.

Una prima difesa è passiva e preventiva:
  • Scelta oculata del luogo dove impiantare le pianta, evitando le zone 'storicamente' soggette alle gelate primaverili;
  • Collocazione di barriere frangivento in aree 'storicamente' soggette alle gelate primaverili;
  • Utilizzare adeguate tecniche colturali: irrigazione per scorrimento, sfalcio del tappeto erboso, utilizzo di specie o varietà resistenti e tanto altro ancora 

Una seconda difesa è quella attiva:
Qui si prende il 'toro per le corna' e si combatte quando il problema è già presente. Nessuna di loro però sarà mai efficace al 100%, tant’è che in alcuni casi si utilizzano sistemi combinati per arginare la gelata.
  • Generatori di calore, come ad esempio le 'candele antigelo'. All'interno dell'impianto vengono creati molti punti di riscaldamento, da 300 a 350 'candele' per ettaro, con una distribuzione più concentrata sui bordi (tenendo però conto della direzione prevalente del vento). Al di sotto dei -4/-6 °C il suo effetto inizia ad essere compromesso, soprattutto in presenza di vento (anche leggero). Il sistema sinora più utilizzato si basa sull’utilizzo di candele/bidoni di cera particolare. Di norma i modelli disponibili presentano una durata di 8-12 ore: l’equivalente di 1-2 notti;
  • Miscelatori d’aria (o ventoloni). Molto usati all'estero in Italia il loro utilizzo è abbastanza recente. Sono costituiti da grosse pale montate su una torre di circa 11 metri ed azionate da un motore di 120-160 CV. Queste pale permettono di prendere l'aria calda dagli strati più alti e di convogliarla verso il terreno. Un ventilatore ad una sola pala può coprire una superficie di circa 3 ettari (dato fornito dal Cefel-Centre d’Expérimentation Fruits et Légumes).
  • Sistemi ad acqua. Il principio fisico su cui si basa è quello che l’acqua libera calore, passando dallo stato liquido allo stato solido (circa 80 calorie/grammo). Questo è molto forte quando l'acqua diventa ghiaccio. In questo caso viene liberata energia sotto forma di 'calore latente' che impedisce alla temperatura di scendere ulteriormente. Tra tutti si ricorda il sistema ad aspersione sopra chioma ad elevato volume.
Oggi la tecnologia ci aiuta nella prevenzione. Ad esempio con un buon sistema di previsioni meteo, che ci avvisa il giorno precedente la concreta possibilità di rischio gelate. AgroNotizie l'ha fatto e l'ha chiamato 'Il meteo per l'agricoltura': ecco il link per consultare la pagina generale e per trovare le informazioni per iscriversi in modo gratuito. Il sistema può essere settato in un luogo specifico e quando il rischio c'è ti avverte. Così potrai prepararti in modo adeguato.

Autore: Lorenzo Cricca
© Plantgest - riproduzione riservata

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