2020
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Come fare per…
Innesto, come e quando
La tecnica dell'innesto è molto usata in frutticoltura. Ma quali sono le varie tipologie? E quando vanno effettuate e su quali piante? La redazione di Plantgest ha raccolto da fonti autorevoli qualche informazione in merito
L’innesto è una tecnica agronomica che permette di 'riprodurre' o 'moltiplicare' gli alberi in generale. E' molto usato per le piante da frutto, in quanto consente di migliorare o modificare le caratteristiche delle piante. L'innesto sfrutta l'unione di elementi legnosi o vegetali (innesto orticolo) che conseguentemente si fondono tra di loro ricreando un nuovo individuo. Durante l'unione si saldano tra loro i vari tessuti ed i vari 'tubi' permettendo così alla linfa di tornare a scorrere e ricollegare tra loro le radici e le foglie.
Nella frutticoltura moderna questa tecnica può essere usata per diversi motivi. Per citarne alcuni: reinnestare un arboreto per sostituire una cultivar superata o per introdurne una nuova (senza così espiantare tutto), adattare una cultivar a particolari condizioni pedologiche e climatiche, apportare resistenza a parassiti e malattie grazie ai portinnesti resistenti, rilevare le virosi e risanare il materiale infetto, introduzione di impollinatori, correggere la struttura scheletrica della pianta.
Da un punto di vista tecnico sono due le porzioni di pianta usate e che si vanno a saldare tra loro: il nesto o oggetto (o anche marza) ed il portinnesto o soggetto. Il nesto o oggetto a sua volta è costituito da una porzione di ramo o una gemma (detta occhio o scudetto) che una volta saldato si sviluppa dando origine ad una vera e propria pianta formata da due porzioni diverse. La fusione avviene grazie al callo che si forma fra le due superfici tagliate che permette di fondere cellule e tessuti della pianta, tra cui anche i meristemi cambiali. Ne esistono diversi a seconda del tipo di coltura, delle condizioni di coltivazione e del periodo in cui possono essere eseguiti. Ogni tecnica d'innesto ha il suo periodo per essere eseguita e normalmente i periodi più indicati sono fine inverno-primavera (gemma vegetante) o fine estate (gemma dormiente). Per ottenere un buon risultato le varie parti vengono tenute assieme con apposite legature e con mastici (che hanno anche la funzione di disinfezione e difesa dai patogeni).
Innesto a scudetto (A), ad anello (B), a corona (C), a triangolo (D), a spacco (E) ed a linguetta (F)
(Fonte foto: © Treccani)
Vediamo di seguito i principali e più utilizzati innesti in ambito frutticolo.
Dobbiamo partire dagli innesti a gemma, molto praticati in frutticoltura grazie all'alta probabilità di attecchimento. Il nesto è costituito da una gemma con della corteccia ed uno scudetto di legno retrostante.
Parliamo ora degli innesti a marza, comuni in frutticoltura. Sono caratterizzati dall'impiego di una o più marze costituite da porzioni di rami di un anno portanti 2-3 gemme.
Bibliografia
Nella frutticoltura moderna questa tecnica può essere usata per diversi motivi. Per citarne alcuni: reinnestare un arboreto per sostituire una cultivar superata o per introdurne una nuova (senza così espiantare tutto), adattare una cultivar a particolari condizioni pedologiche e climatiche, apportare resistenza a parassiti e malattie grazie ai portinnesti resistenti, rilevare le virosi e risanare il materiale infetto, introduzione di impollinatori, correggere la struttura scheletrica della pianta.
Da un punto di vista tecnico sono due le porzioni di pianta usate e che si vanno a saldare tra loro: il nesto o oggetto (o anche marza) ed il portinnesto o soggetto. Il nesto o oggetto a sua volta è costituito da una porzione di ramo o una gemma (detta occhio o scudetto) che una volta saldato si sviluppa dando origine ad una vera e propria pianta formata da due porzioni diverse. La fusione avviene grazie al callo che si forma fra le due superfici tagliate che permette di fondere cellule e tessuti della pianta, tra cui anche i meristemi cambiali. Ne esistono diversi a seconda del tipo di coltura, delle condizioni di coltivazione e del periodo in cui possono essere eseguiti. Ogni tecnica d'innesto ha il suo periodo per essere eseguita e normalmente i periodi più indicati sono fine inverno-primavera (gemma vegetante) o fine estate (gemma dormiente). Per ottenere un buon risultato le varie parti vengono tenute assieme con apposite legature e con mastici (che hanno anche la funzione di disinfezione e difesa dai patogeni).
Innesto a scudetto (A), ad anello (B), a corona (C), a triangolo (D), a spacco (E) ed a linguetta (F)
(Fonte foto: © Treccani)
Vediamo di seguito i principali e più utilizzati innesti in ambito frutticolo.
Dobbiamo partire dagli innesti a gemma, molto praticati in frutticoltura grazie all'alta probabilità di attecchimento. Il nesto è costituito da una gemma con della corteccia ed uno scudetto di legno retrostante.
- a occhio o scudetto: è molto praticato in vivaio. Il nesto è costituito da una gemma con una piccola parte di corteccia (scudetto) prelevata da rami vigorosi e ben lignificati. La corteccia del portinnesto viene incisa con due tagli, uno verticale ed uno orizzontale, per formare una T. Si sollevano i due lembi formati e si inserisce lo scudetto, infine si lega e si copre con mastice. In linea generale si esegue da aprile a settembre a seconda della pianta. Adatto principalmente alle piante da frutto in genere;
- a doppio scudo: simile allo scudo ma con la presenza di un intermezzo tra il nesto ed il portainnesto, un terzo bionte a forma di scudetto: una lista sottile di corteccia che fa da intermezzo. Questo innesto è fondamentale in frutticoltura, infatti serve per eliminare i problemi di disaffinità tra i due bionti principali. In linea generale si esegue da luglio a settembre a seconda della pianta. Adatto principalmente alle piante da frutto in genere;
- a pezza o tassello: con questa tecnica si usa una superficie di corteccia più ampia provvista di gemme. Questa viene inserita in un'area del portinnesto, della stessa dimensione della 'pezza', che è stata preventivamente incisa (due tagli longitudinali ed uno trasversale) e distaccata verso il basso. In linea generale si esegue da luglio a settembre a seconda della pianta. Adatto principalmente per olivo, kaki, noce, nespolo e vite;
- a zufolo: tramite incisioni si elimina sul ramo di un soggetto un anello di corteccia che porta una o più gemme e si sostituisce con un altro anello delle stesse dimensioni (e portante a sua volta una o più gemme) ma asportato da un'altra pianta. In linea generale si esegue da aprile a settembre a seconda della pianta. Adatto principalmente per castagno, nocciolo e noce;
- innesto alla maiorchina: sul portinnesto viene realizzato un vero e proprio alloggiamento, attraverso due incisioni verticali che fungono da incastri laterali. Su questo alloggiamento viene inserita una porzione di legno portante una gemma. In linea generale si esegue da luglio a settembre a seconda della pianta. Adatto principalmente per vite e piante da frutto;
- chip budding o scheggia o innesto a T: viene effettuato praticando sul tronco del portinnesto un'incisione a T. Successivamente, dopo aver divaricato i lembi del T, viene inserita la gemma sotto la corteccia. In linea generale si esegue da aprile a settembre a seconda della pianta. Adatto principalmente per piante da frutto.
Parliamo ora degli innesti a marza, comuni in frutticoltura. Sono caratterizzati dall'impiego di una o più marze costituite da porzioni di rami di un anno portanti 2-3 gemme.
- a spacco comune o cuneo: l'innesto è praticato a fine inverno (febbraio-aprile), con il cambio non ancora in attività. Il portinnesto viene reciso con taglio netto orizzontale. Su questo viene poi effettuato uno spacco nel quale vengono inseriti gli innesti sagomati a cuneo. Ci sono molteplici tipi di innesto a spacco a seconda delle tradizioni locali: innesto a doppio spacco inglese (da gennaio ad aprile), a spacco apicale (aprile-maggio), spacco inglese semplice (da aprile a luglio), spacco laterale (aprile), spacco pieno (da febbraio ad aprile), spacco vuoto (da febbraio ad aprile). Adatto principalmente per vite e piante da frutto;
- a corona o sottocorteccia: preferibile di quelli a spacco per le drupacee, sugli agrumi e per il reinnesto delle piante adulte. È eseguito in primavera (da marzo a maggio) con la pianta in vegetazione e in succhio in modo che la corteccia si stacchi facilmente dal cambio. Qui il portinnesto viene reciso orizzontalmente ma non si fende poi per inserire le marze. Queste ultime infatti vengono preparate con un solo taglio di 'sbieco' ed inserite tra corteccia (che viene scostata) e legno del portinnesto. Una variante è l'innesto a becco di clarino o becco di luccio (da aprile a maggio);
- a triangolo o a incastro: praticato molto a febbraio in vivaio e su piante adulte per reinnestarle. La marza di una decina di centimetri portante 2-3 gemme ha l'estremità inferiore tagliata a formare una punta con due facce a spigolo. Sul portainnesto capitozzato si pratica un piccolo incastro di sezione triangolare delle stesse identiche dimensioni della marza. In quella sezione viene inserita la marza per poi essere legata e coperta da mastice. Adatto principalmente per piante da frutto, melo e pero in primis;
- approssimazione semplice: si asporta una porzione di corteccia di 2-5 cm da un ramo del portainnesto e dal ramo della marza, i bionti si uniscono e poi legati. Ad attecchimento avvenuto, si asporta la chioma del soggetto sopra l'innesto e la base della marza sotto l'innesto;
- approssimazione ad intarsio: Analogamente al precedente, si asporta la corteccia, più una parte di di legno;
- a cella: le marze di piccole dimensioni vengono poste in una celletta scavata nel tronco;
- a spacco: si prepara il soggetto 'dormiente' capitozzandolo e effettuando la spaccatura con opportuni attrezzi, si inseriscono poi due marze alle estremità dello spacco per far combaciare le zone rigeneratrici;
- a linguetta (o doppio spacco inglese): Sulla talea viene effettuato un taglio secondo un piano inclinato. Nel piano di sezione di ogni marza si pratica un ulteriore taglio per realizzare due linguette. Nell'unione delle due linguette si andranno ad incastrare il nesto ed il portinnesto. E' molto usato le preparare gli innesti/talea della vite;
- a ponte: utilizzato per risanare tronchi o rami, di esemplari rari o di grande pregio, che hanno perduto in una zona la quasi totalità della corteccia per traumi o fitopatie, si effettua con un rametto o un pollone che funge da ponte tra le parti sane.
Bibliografia
- Bargioni G. (2009): Piante da frutto e vite: la propagazione - L’Informatore Agrario, p. 96
- Bargioni G. (1983): L’innesto - Vita in Campagna, 1, p. 23.
- Bargioni G. (1983): L’innesto - Vita in Campagna, 2, p. 93.
- Bargioni G. (1983): L’innesto - Vita in Campagna, 3, p. 152.
- Bargioni G. (1983): Gli innesti di fine estate - Vita in Campagna, 4, p. 211.
- Bargioni G. (1984): Gli innesti legnosi - Vita in Campagna, 1, p. 35.
- Bargioni G. (1984): Gli innesti primaverili - Vita in Campagna, 2, p. 58
- Baldini E. (1986): Arboricoltura generale, Clueb Bologna
- Sansavini S. e Giuliani L. (2017): Innesto estivo di sostituzione per un rapido ricambio varietale - Rivista di frutticoltura e di ortofloricoltura, Vol. 81, N.9, p. 22-27.
- Vivai Gabbianelli: www.vivaigabbianelli.it
- Guida agli Innesti del Cpo Salerno: www.cposalerno.it
- Vivai Dalmonte Guido e Vittorio: www.agronotizie.imagelinenetwork.com
- Boffelli E., Pedoja A.L. e Sirtoni G. (2019): Il grande libro della potatura e degli innesti - Demetra, Giunti Editore (www.giunti.it)
- Vivai Battistini: www.battistinivivai.com
- Corso di potatura e innesto a cura di Marco Criniti (2007), Consorzio della Quarantina (Associazione per la Terra e la Cultura Rurale in collaborazione con Istituto P.P.A.A. 'B. Marsano') - www.quarantina.it (parte prima: la potatura; parte seconda: l'innesto)
- Conoscere le gemme e i rami dei fruttiferi (2017) - Vita in Campagna N.2: www.istitutoagrariosartor.gov.it
Autore: Lorenzo Cricca
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